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BASEBALL PAOLO 2 V H
 

Settantasette anni dopo l'inaugurale Fall Classic, una sola squadra originale era rimasta senza almeno un titolo delle World Series. Quel club apparteneva a Philadelphia, che pur vincendo il pennant della National League nel 1915 e 1950, era ancora in attesa di alzare il trofeo dopo 98 stagioni. Neppure i loro avversari, i Kansas City Royals, non erano estranei al secondo posto. Ad un passo dalle apparizioni nelle World Series del '76, '77 e '78, entrambe le squadre avevano subito perdite strazianti in tre Championship Series consecutive. I Philadelphia Phillies vinsero la National League East division di una partita sui Montreal Expos e poi sconfissero gli Houston Astros, tre partite a due, nelle National League Championship Series. I Kansas City Royals vinsero l'American League West division con quattordici partite sugli Oakland Athletics e poi spazzarono i New York Yankees nelle American League Championship Series. Due manager al loro primo anno, Dallas Green dei Philadelphia Phillies e Jim Frey dei Kansas City Royals ebbero l'opportunità di fare ciò che nessun altro manager aveva fatto prima di loro, vincere le World Series per i loro rispettivi club. Questa era la terza apparizione per i Phillies dopo aver perso con i New York Yankees nel 1950 e con i Boston Red Sox nel 1915. Kansas City Royals entrò nella League come una squadra di espansione nel 1969. Avevano ottenuto il loro primo successo sotto la guida di Whitey Herzog, vincendo la loro division dal 1976 al 1978 ma ogni anno persero con i New York Yankees nelle American League Championship Series, ma si vendicarono con una sweep sugli Yankees nelle ALCS del 1980. I Phillies ebbero una corsa sorprendentemente simile per arrivare a queste Series, furono i vincitori divisionali dal 1976 al 1978 ma persero le NLCS con i Cincinnati Reds nel 1976 e i Los Angeles Dodgers nel 1977 e 1978, prima di riorganizzarsi nel 1980 e trionfare sugli Houston Astros nelle National League Championship Series. I Philadelphia Phillies del 1980 sembravano avere tutto compreso il vincitore dell'MVP della NL, il terza base Mike Schmidt (48 HR, 121 RBI, .286 BA) e il vincitore del premio Cy Young, il mancino Steve Carlton (24-9, 2.34 ERA). Questo club composto per lo più di veterani finì tra il primo e il terzo in quasi tutte le categorie offensive della NL. Il trentanovenne Pete Rose fu leader del club per le valide (185) e i doppi (42), mentre i velocisti Garry Maddox e Lonnie Smith combinarono 68 basi rubate. Il pitching staff era abbastanza buono, guidato da Carlton e il vincitore di 17 partite, Dick Ruthven. Nel bullpen c'era sempre l'entusiasta screwballer Tug McGraw che stava facendo il suo terzo viaggio nelle Series, dopo aver cavalcato la panchina con i New York Mets, vincendo nel 1969 e perdendo nel 1973. La terza volta era il portafortuna sia per l'allegro McGraw che per gli sfortunati Phillies. I Kansas City Royals avevano la loro forza nell'indomabile superstar e MVP dell’AL, il terza base George Brett, che aveva flirtato con il sacro record di .400 per tutta l'estate prima di stabilirsi su una media di .390 battuta. Il cuore e l'anima indiscussa del Royals era circondata da un solido corpo tra cui il veterano Amos Otis, super dei battitori designati, Hal McRae, forte seconda base, Frank White e lo switch-hitter Willie Wilson, che aveva chiuso la stagione con 230 valide e 79 basi rubate. Il pitching staff aveva sei giocatori con dieci o più vittorie guidati da Dennis Leonard (20-11, 3.79) e dal mancino Larry Gura (18-10, 2,95). Il sottomarino Dan Quisenberry vinse dodici partite fuori dal bullpen e fu leader dell'American League con 33 salvezze. Gara 1 venne giocata martedì 14 ottobre al Veterans Stadium davanti a 65791 spettatori. I Royals saltarono velocemente addosso al rookie partente dei Philly Bob Walk (che divenne il primo rookie ad iniziare Gara 1 di una World Series da quando Joe Black dei Brooklyn Dodgers lo fece nel 1952) con un paio di bombe, una di Amos Otis nel secondo e un’altra di Willie Aikens nel terzo inning per portarsi sul 4-0. Nella loro metà del terzo, i Phillies cominciarono a prendere l'iniziativa, e il colpo chiave arrivò su un homer da tre realizzato da Bake McBride portandosi in vantaggio 5-4. Ne aggiunsero altri due per allungare il loro vantaggio. Nonostante Aikens colpisse un altro homer da due per ridurre lo svantaggio a uno, Tug McGraw fu in grado di tenere davanti i Phillies che vinsero 7-6. Prima del 1980, i Philadelphia Phillies non avevano più vinto una partita delle World Series dopo Gara 1 del 1915 contro i Boston Red Sox. Gara 2 fu un duello di lanciatori tra i mancini Larry Gura e Steve Carlton. Carlton sembrò tenere sotto controllo la partita sul 2-1, quando il manager dei Kansas City Jim Frey protestò perché,  secondo lui, Carlton stava usando una sostanza estranea sulla palla e gli arbitri gli fecero lavare le mani. Carlton poi riempì le basi con tre basi su ball e Amos Otis strappò un doppio nell'angolo sinistro del campo per il 3 a 2, e la creazione di un terzo punto. Giù 4-2, i Phillies recuperarono e sorpassarono i Royals nell'ottavo. Le grandi valide in questo inning arrivarono dal doppio di Del Unser e l'RBI singolo di Bake McBride per pareggiare la partita. Mike Schmidt guidò un rassicurante punto grazie al suo doppio profondo nella zona centrale del campo e Keit Moreland con un altro singolo chiuse l’inning per il definitivo 6 a 4. Il closer Ron Reed entrò nel nono chiudendo fuori i Royals e così Philadelphia si portava avanti nelle Series per 2-0. Dopo un giorno di riposo per il trasferimento a Kansans City, il 17 ottobre andò in scena Gara 3. George Brett dovette subire un piccolo intervento chirurgico dopo Gara 2 ma completamente recuperato giocò la terza partita. K.C. tornò in gioco con una vittoria emozionante nell’inning supplementare. George Brett iniziò le marcature con un fuoricampo a destra nel primo inning. Amos Otis diede il vantaggio 3-2 ai Royals nel settimo con un home run ma Mike Schmidt pareggiò con un singolo homer nell’ottavo inning. Il gioco andò agli extra inning e in fondo al decimo, Willie Aikens con un singolo nel buco tra l’esterno destro e centro portò a casa Willie Wilson per il punto vincente. Nel bel pomeriggio di Sabato 18 ottobre venne giocata Gara 4 al Royals Stadium. I padroni di casa colpirono a freddo il partente dei Phillies, Larry Christenson, nella parte bassa del primo inning. Willie Wilson colpì un doppio, George Brett lo seguì con un triplo, e Willie Aikens esplose il suo terzo homer della serie. L'assalto continuò quando Amos Otis con un doppio portò a punto Hal McRae, autore pure lui di un doppio, per dare il vantaggio ai Royals di 4-0. Aikens aggiunse un'altra esplosione un inning più tardi e, nonostante il tentativo di recupero dei Phils, i Royals trionfarono 5-3. Willie Aikens diventò il primo giocatore nella storia delle World Series a battere due homer nella stessa partita. Nonostante la vittoria dei Royals, Gara 4 è ricordata soprattutto per il lancio nel quarto inning di Dickie Noles sotto il mento di Brett che alla fine indusse gli arbitri a diffidare entrambe le squadre dal reiterare questi lanci. Brett disse a Baseball Digest nel marzo del 1998 che non aveva "alcuna idea se questo [il lancio brushback di Noles] avesse cambiato le Series. Tutto quello che so è che abbiamo perso". Mike Schmidt, nel suo libro "Clearing The Bases", l'ha definita "la più grande brushback nella storia delle World Series". Aikens in seguito disse che si aspettava che succedesse a lui, come rappresaglia per i suoi due fuoricampo. Gara 5 fu la partita cardine con cui i Phillies salirono 3 a 2 nelle Series. La partita rimase senza punti fino al quarto quando Mike Schmidt colpì un fuoricampo da due. Il caldo Amos Otis trascinò i Royals avanti 3-2 con un altro homer nel sesto. Dopo che i Phillies avevano eliminato il corridore Darrell Porter dei K.C. al piatto per mantenere la partita su un punto di differenza, marciarono verso la vittoria con uno straordinario recupero nel nono. Schmidt aprì l'inning con un singolo e Del Unser lo portò a casa dalla prima con un doppio lungo la linea del campo a destra. Dopo un bunt che spostò Unser in terza, Manny Trillo colpì una rimbalzante sul lanciatore Dan Quisenberry che divenne una valida interna. Nella parte bassa del nono, i Royals minacciarono la difesa dei Phillies caricando le basi con due fuori. I tifosi del Royals Stadium stavano sperando in una drammatico vittoria dei K.C. Ma Tug McGraw zittì la folla eliminando José Cardenal con una fastball alta per chiudere la partita. Le Series tornavano a Philadelphia con i Phillies che potevano contare sul fattore campo per cercare di chiudere qui le World Series. Martedì 21 ottobre al Veterans Stadium pieno all'inverosimile si giocò Gara 6. Philadelphia segnò due punti nel terzo su un singolo di Mike Schmidt. Era tutto ciò di cui ebbero bisogno Steve Carlton e Tug McGraw per la vittoria 4-1. Kansas City rese nervosi i fan dei Philly caricando le basi nell’ottavo e nel nono, ma Tug McGraw eliminò Willie Wilson per il terzo out nell'ultimo fotogramma delle World Series. Era la 12a volta che Wilson andava strikeout in questa serie, stabilendo un record delle World Series detenuto congiuntamente con Eddie Mathews e Wayne Garrett rispettivamente nelle World Series del 1958 e 1973. Ryan Howard romperà il record di Wilson con 13 volte nelle World Series del 2009, e ironicamente i Phillies perderanno con i New York Yankees. Il catcher dei Phillies Bob Boone aveva le ginocchia così malandate che dopo che l'ultimo out riuscì a malapena ad arrivare sul monte. Quando le moderne World Series iniziarono nel 1903, la National e l'American League avevano otto squadre. Con la loro vittoria nelle World Series del 1980, i Phillies erano l'ultima delle "Original Sixteen" franchigie a vincere una serie (anche se va notato che i Browns di St. Louis non vinsero mai una serie a St. Louis, e dovettero attendere il 1966, dodici anni dopo, quando diventarono i Baltimore Orioles). Mentre Mike Schmidt fu eletto MVP ufficiale delle World Series 1980, il Babe Ruth Award (un altro MVP delle World Series) fu vinto da Tug McGraw. I Kansas City Royals erano la seconda squadra dell’espansione, e la prima dell'American League, ad apparire nelle World Series. L’AL avrebbe dovuto aspettare fino al 1985 prima che una delle sue squadre dell’espansione, i Royals, vincessero una World Series. Questa fu anche la prima World Series giocata interamente sull'erba sintetica. Le World Series del 1980 furono le prime dei numerosi Fall Classic a cui partecipò l'esterno "operaio" Lonnie Smith (poi con Phillies). Presente nelle W.S. del 1982 (con i St. Louis Cardinals), 1985 (con i Kansas City Royals), e le World Series 1991 e 1992 come membro degli Atlanta Braves.

Il programma delle World Series del 1980

Manny Trillo, seconda base dei Phillies, con la coppa di MVP vinta nei palyoff della NL il giorno prima di Gara 1

Il partente dei Royals Dennis Leonard al Vet Stadium durante il batting practice prima di Gara 1

George Brett, sofferente per un problema di emorroidi, in riscaldamento prima di Gara 2. Di fianco Dave Chalk che lo sostituì durante la partita quando le sue condioni peggiorarono  

Il prima base Pete Rose (# 14) mentre parla con George Brett (# 5) dopo che questi ha battuto un singolo nel primo inning di Gara 2

Pete Rose al Royals Stadium prima di Gara 3

Un fans versa il suo drink sul terza base George Brett mentre tenta la presa di un foul ball gettandosi nel box dei fotografi in Gara 3

Darrell Porter viene eliminato a casa base dal catcher Bob Boone dei Philadelphia Phillies in Gara 5. Frank White e George Brett guardano l'out fondamentale nella partita che terminò 4 a 3 per i Phillies

Il terza base George Brett steso a terra nel tentativo non riuscito di prendere la palla battuta dal leadoff Mike Schmidh nel nono inning di Gara 5 che poi diventerà il punto del pareggio

Il pitcher Tug McGraw viene abbracciato dal manager Dallas Green (a dx) e dagli altri compagni dopo aver chiuso come rilievo vincente Gara 5 della World Series per 4 a 3

Bake McBridge (# 21) entra in contatto con il pitcher Marty Pattyn che cerca di coprire la prima base nel settimo inning di Gara 6

La straordinaria presa al volo in foul di Pete Rose nell'ultimo inning di Gara 6. Di spalle il catchet Bob Boone

La gioia di Tug McGraw dopo lo strikeout su Willie Wilson che chiude Gara 6. A sinistra l'esultazione di Mike Schmidt

La festa dopo l'ultimo out di Gara 6

Da sinistra: Tug McGraw, Pete Rose e Larry Bowa alla parata a Philadelphia dopo la vittoria nelle World Series del 1980

I Philadelphia Phillies vincitori della World Series del 1980

 

Una delle più grandi rivalità post season (risalente al 1941) venne ripristinata per il secondo Fall Classic degli anni '80. I New York Yankees erano stati a caccia di numerose World Series Championships più di ogni altra squadra nel baseball professionistico e i Brooklyn / Los Angeles Dodgers erano stati la loro preda preferita. Nei dieci incontri della Series tra i due club, New York aveva prevalso in otto occasioni (6-1 contro i Dodgers di Brooklyn e 2-1 contro la versione di Los Angeles). Le squadre si erano incontrate l'ultima volta nel 1978, quando gli Yankees persero le prime due in trasferta e poi erano ritornati per battere i Nationals in quattro partite consecutive per la corona. A causa dello sciopero dei giocatori che aveva interrotto la stagione regolare, dalle 12.30 del 12 giugno al 31 luglio, cancellando 713 partite (il 38 % delle gare in calendario) era stato introdotto un nuovo sistema a due livelli di spareggio. I playoff di fortuna furono concordati dai proprietari premiando i vincitori del primo semestre e quello del secondo lasciando le squadra con il miglior record complessivo, i Cincinnati Reds (66-42) e i St. Louis Cardinals (59-43) fuori dalla postseason. Queste Series vengono a volte chiamate "The World Series that Never Was" (Le World Series che non furono mai). Questo si riferisce al fatto che le squadre con il miglior record complessivo - come detto in precedenza - non fecero i playoff. Gli Yankees avevano vinto un duro playoff divisionale con i Milwaukee Brewers (3-2) e continuarono spazzando gli Oakland A's (3-0) nelle American League Championship Series. I Los Angeles Dodgers avevano vinto la National League West divisione (la prima metà) davanti ai Cincinnati Reds e poi sconfissero Houston Astros (3-2) nelle National League Division Series. Nelle National League Championship Series ebbero la meglio sui Montreal Expos (3-2) e si aggiudicarono il biglietto per le World Series. I Los Angeles Dodgers erano arrivati alle Series con l'aiuto del fenomenale rookie, Fernando Valenzuela, che con il suo maligno screwball aveva vinto le sue prime otto partite, di cui cinque shutout. Il lanciatore messicano lanciò in tutto otto shutouts e vinse il Cy Young Award della National League. Ad aiutare Valenzuela nella rotation c'erano i veterani Burt Hooton (11-6, 2.28) e Jerry Reuss (10-4, 2.30). Il nucleo dei giocatori di posizione era rimasto intatto con il perenne all-star Steve Garvey in prima, Davey Lopes in seconda, Bill Russell all'interbase e il team leader con 13 fuoricampo Ron Cey in terza. La stella in erba, Pedro Guerrero venne spostata all’esterno diventando un partente regolare per la prima volta nella sua carriera, al posto dell'anziano e spesso infortunato Reggie Smith. Tommy Lasorda stava cercando la sua prima vittoria nelle World Series alla sua quinta stagione completa con i Dodgers, dopo aver perso con i New York Yankees nel 1977 e 1978. Gli Yankees di Bob Lemon avevano un record perdente nella seconda parte (25-26) ma erano riusciti a vincere la prima parte (34-22) e a qualificarsi per i playoff. L'affidabile Ron Guidry vinse undici partite (contro cinque sconfitte) con il nuovo acquisto Dave Righetti che vinse otto partite da partente con una ERA di 2.05. Righetti sarebbe poi passato al bullpen salvando oltre 200 partite dal 1984 al 1990. L'intoccabile Goose Gossage aveva salvato venti partite con un incredibile 0.77 di ERA ottenendo 48 strikeout in 47 innings. Dave Winfield era stato preso come free agent in bassa stagione, unendolo alla superstar Reggie Jackson all'esterno, fu leader del team con 25 doppi e 68 RBI. L'enorme contratto di Winfield, di 21 milioni di dollari in dieci anni, insieme ad un forte lineup e a un terrificante staff di lanciatori partenti mancini, non fu sufficiente a negare ai Dodgers le loro prime World Series dal 1965. Gara 1 fu giocata allo Yankee Stadium il 20 ottobre davanti a 56740 spettatori. Bob Watson sfracellò un homer da tre punti per gli Yankees contro Jerry Reuss nel primo inning. Lou Piniella inseguì Reuss con un singolo RBI nel terzo, e il rilievo dei Dodgers Bobby Castillo regalò quattro basi su ball nel quarto per dare a New York, un vantaggio di 5-0. Ron Guidry tenne i Dodgers a quattro valide e un punto (sul fuoricampo di Steve Yeager) nei sette inning lanciati. Il suo rilievo Ron Davis concesse due basi su ball all’ottavo e venne immediatamente sostituito da Goose Gossage. Ma i due uomini in base segnarono grazie a un singolo del pinch hitter Jay Johnstone e alla volata di sacrificio di Dusty Baker. Gossage chiuse senza concedere nessun altro punto e si ripresentò in pedana nel nono chiudendo definitivamente le speranze di rimonta degli ospiti. Gli Yankees vinsero la gara di apertura per 5 a 3 e il terza base Graig Nettles si ruppe il pollice quando effettuò un tuffo per fermare una battuta. L'infortunio gli fece perdere Gara 3, 4 e 5, ma giocò in Gara 6. Il giorno successivo venne giocata Gara 2. Gli ex compagni Burt Hooton e Tommy John duellarono senza concedere punti fino al quinto, quando Larry Milbourne colpì un doppio portando a casa Willie Randolph per il primo punto che diede a John una boccata di ossigeno. Gli Yankees ne segnarono altri due nell'ottavo contro Steve Howe su un singolo RBI di Bob Watson e una volata di sacrificio di Randolph. John lanciò sette inning shutout e Goose Gossage chiuse per la sua seconda salvezza in due partite. Dopo il rituale giorno di riposo per il trasferimento delle Series in casa dei Dodgers, il 23 ottobre venne giocata Gara 3. Prima di questa partita, il manager Yankee Bob Lemon fece una mossa molto discutibile non facendo giocare Reggie Jackson. Jackson si era infortunato correndo in base in Gara 2 delle ALCS e perse le prime due partite delle World Series, ma il medico acconsentì che giocasse Gara 3. A Jackson non fu neppure permesso di entrare come pinch hitter. Alcuni dissero che Lemon agiva per ordine di George Steinbrenner. Il NL Rookie of the Year Fernando Valenzuela lanciò una partita coraggiosa, e nonostante avesse concesso nove valide e sette basi su ball riuscì sempre a tirarsi fuori dai guai. Diede la base su ball a due battitori yankee nel primo inning, ma con due giochi forzati ne venne fuori indenne. Ron Cey, nel frattempo, gli fornì il vantaggio nella parte bassa della prima ripresa, 3-0, con un tre run homer contro Dave Righetti. Gli Yankees ridussero lo svantaggio a 3-2 nel secondo su un fuoricampo di Bob Watson e su un singolo RBI di Larry Milbourne. Valenzuela eliminò due corridori in questo inning con assistenze in prima. Rick Cerone diede il vantaggio yankee per 4-3 nel terzo con un fuoricampo da due, ma gli Yankees lasciarono ancora due corridori in base. Watson da leadoff colpì un doppio nel quinto, ma nessuno segnò perchè Valenzuela di nuovo chiuse lasciando due corridori in base. Nel terzo e quinto inning, i Dodgers furono aiutati dal fatto che gli Yankees non potevano utilizzare un battitore designato (dal 1976 al 1985 l’utilizzo del DH era consentito solo negli anni pari). In entrambi gli inning, Valenzuela aveva concesso due basi intenzionali a Larry Milbourne per giocarsi Dave Righetti e George Frazier. Valenzuela mise strikeout i due pitcher in entrambe le volte. I Dodgers diedero a Valenzuela il vantaggio nella parte bassa del quinto, quando Pedro Guerrero colpì un doppio mandando Steve Garvey a casa per il pareggio, e Cey segnò su una rimbalzante di Mike Scioscia in doppio gioco. Ora, con il vantaggio e la folla del Dodger Stadium ad incitarlo, Valenzuela era pronto a risolvere definitivamente l’incontro. Gli Yankees costruirono la loro finale minaccia nell'ottavo quando Aurelio Rodríguez e Milbourne colpirono back-to-back due singoli. Il pinch hitter Bobby Murcer tentò un bunt di sacrificio (un'altra decisione discutibile di Lemon), ma lo alzò in foul. Cey lo prese al volo ed eliminò Milbourne che si era staccato dalla prima. La partita terminò 5 a 4 per i Dodgers che riaprivano di fatto le Series. Sabato 24 ottobre andò in scena Gara 4. Reggie Jackson iniziò effettivamente questa partita e sembrava determinato a mostrare a George Steinbrenner e a chiunque altro che era OK per giocare. Gli Yankees saltarono addosso al pitcher Bob Welch schierato da Lasorda, che affrontò quattro battitori senza registrare un solo out, prima di essere sostituito da Dave Goltz. Il leadoff Willie Randolph colpì un triplo e segnò sul doppio di Larry Milbourne. Dave Winfield ottenne la base su ball e Jackson mise in campo un singolo prima che Goltz concedesse una volata di sacrificio a Bob Watson. Randolph colpì un fuoricampo da solista con due out nel secondo e Rick Cerone un RBI singolo nel terzo per il vantaggio degli Yankees per 4-0. Ma, il loro partente Rick Reuschel ebbe anche lui i suoi problemi. Concesse un singolo RBI a Davey Lopes e un groundout RBI a Ron Cey nel terzo prima di lasciare il monte a Rudy May. May venne colpito da un doppio di Steve Garvey e da un RBI singolo di Ceynel quinto, ma gli Yankees contrastarono la rincorsa dei padroni di casa con due punti nel sesto grazie ai singoli RBI di Oscar Gamble e Tom Watson contro Tom Niedenfuer. Con un vantaggio di 6-3, gli Yankees si affidarono alla loro combinazione di rilievi apparentemente imbattibile formata da Ron Davis e Goose Gossage. Ma, Davis ebbe i suoi problemi nel sesto. Con un out, concesse la base su ball a Mike Scioscia e un fuoricampo al pinch hitter Jay Johnstone permettendo ai Dodgers di farsi sotto, 6-5. Poi, Lopes colpì una palla al volo sul destro che Jackson perse nel sole e lasciò cadere. Lopes raggiunse la seconda e rubò la terza a Davis, che fortemente agitato per non essere fuori dall'inning, aveva lanciato dalla posizione windup. Davis poi concesse il singolo a Bill Russell che siglò il pareggio. Nel settimo, i Dodgers realizzarono due punti contro George Frazier con una volata di sacrificio di Steve Yeager e un singolo RBI di Lopes. Jackson colpì un fuoricampo nell'ottavo contro Steve Howe, ottenendo un 3 su 3 quel giorno, ma il pitcher dei Dodgers riuscì a chiudere la vittoria. La serie era ormai in parità, 2-2. Secondo il libro “TemporaryInsanity “ del 1985 di Johnstone (1985), Steinbrenner fronteggiò Davis nello spogliatoio degli Yankees dopo la partita e gli chiese: "Perché hai lanciato a Johnstone una fastball?". Nel disperato bisogno di una vittoria per fermare lo slancio dei Dodgers in questa serie, gli Yankees tirarono fuori il loro asso, Ron Guidry, in Gara 5. Guidry fu tagliente come sempre attraverso sei inning, tenendo i padroni di casa a due soli singoli. Reggie Jackson, continuò con la sua torrida battuta, con il suo doppio a sinistra nel secondo inning contro Jerry Reuss, arrivando poi in terza su un errore di Davey Lopes, e a punto su un groundout  di Lou Piniella. Che sembrò essere tutto quello di cui aveva bisogno Guidry. Ma, nel settimo, dopo lo strikeout di Dusty Baker, Guidry si arrese ai fuoricampo back-to-back di Pedro Guerrero e Steve Yeager. Entrambi gli homers furono colpiti quasi nello stesso posto nel centro-sinistra. Nel frattempo, Reuss fu altrettanto efficace come Guidry, tenendo gli Yankees a cinque valide e il solitario punto andando alla distanza per vincere Gara 5 con il risultato finale di 2 a 1. Un momento spaventoso venne vissuto nell'ottavo quando Goose Gossage colpì alla testa Ron Cey che fu portato fuori dal campo con una commozione cerebrale, ma riuscì a giocare Gara 6. Gli Yankees tornarono nei confini amichevoli dello Yankee Stadium alla disperata ricerca di una vittoria. Mercoledì 28 ottobre si giocò Gara 6. Tommy John fu il partente degli Yankees contro il Dodgers Burt Hooton. Willie Randolph fornì a John il vantaggio con un homer da solista nel terzo inning. I Dodgers pareggiarono nel quarto con un RBI singolo dell’eroe di Gara 5, Steve Yeager. Nella parte inferiore del quarto, il manager Bob Lemon prese forse la decisione più controversa della serie. Dopo l'eliminazione di Watson per la via 6-3, Graig Nettles colpì un doppio. Dopo Hooton mise strikeout Gerone e diede la base intenzionale a Larry Milbourne per affrontare John (come si ricordava prima non c'era il battitore designato in questa serie). In quel momento, Lemon decise di utilizzare il pinch hitter Bobby Murcer nella disperata ricerca di produrre punti. Quando le telecamere della ABC inquadrarono chiaramente John, questi che non poteva credere alla sostituzione, camminava incredulo su e giù nella panchina Yankee. Murcer fu preso al volo per chiudere l’inning. Nella sua autobiografia "T.J.: My 26 Years in Baseball" (1991), John rivelò che prima della partita, Lemon e il proprietario del team George Steinbrenner avevano indicato la seguente strategia: prendere il comando nelle prime fasi del gioco e quindi proteggere il vantaggio con il bullpen. John osservava che tali strategie preconcette, sono poco pratiche nel baseball a causa delle molte imprevedibili variabili di questo sport che entrano in gioco durante una partita. Nel quinto, George Frazier, che aveva rilevato John, concesse un singolo RBI a Ron Cey e un triplo da due punti a Pedro Guerrero. Frazier avrebbe perso la partita per diventare il secondo lanciatore che aveva perso tre partite nelle World Series (il primo fu Lefty Williams, un membro del team dei Chicago White Sox che lanciò nelle World Series del 1919). Il tabellone alla fine del quinto segnava i Dodgers in vantaggio per 4 a 1. Il bullpen degli Yankees crollò ulteriormente nel sesto. Ron Davis, con un out, concesse la base su ball al pitcher Hooton e a Davey Lopes. Bill Russell colpì un singolo e portò a casa Hooton, poi Lopes e Russell effettuarono una doppia rubata. Davis diede la base intenzionale a Steve Garvey, e poi il pinch hitter Derrel Thomas colpì una rimbalzante sulla terza che permise a Lopes di segnare. Dusty Baker raggiunse la prima su un errore di Nettles, caricando ancora una volta le basi, e Guerrero mise a segno un singolo sul centro per rimpinguare il vantaggio con altri due punti. Guerrero mise a segno quella notte cinque RBI, trascinando i Dodgers alla vittoria e colpendo un fuoricampo da solista nell'ottavo inning. I Dodgers vinsero 9 a 2 e conquistarono le quinte World Series della franchigia. Sul singolo RBI di Russell nel sesto, Dave Winfield inciampò mentre stava prendendo la palla e si preparava a tirare a casa per un possibile gioco al piatto. Il suo tiro rimbalzò sul campo esterno e rotolò a casa con Burt Hooton che segnava facilmente. Questo errore di Winfield caratterizzò le polemiche in questa sua prima World Series. Al piatto andò 1 su 22 con un RBI, molto distante da quello che gli Yankees avevano previsto quando lo firmarono prima dell'inizio della stagione. Dopo la serie Steinbrenner fece pubbliche scuse alla città di New York per le prestazioni della sua squadra, e al tempo stesso assicurò i fans che avrebbe iniziato immediatamente i piani per mettere insieme la squadra per il 1982. Il proprietario degli Yankees venne criticato di cuore dai giocatori e dalla stampa per averlo fatto, come la maggior parte della gente sentivano che aver perso nelle World Series non era qualcosa per cui ci si dovesse scusare. I Los Angeles Dodgers furono la prima squadra della National League nella storia delle World Series a perdere le prime due Gare per poi spazzare l'avversario nel corso delle quattro successive. Per la prima volta in assoluto, ci furono tre MVP in queste World Series che si condivisero il premio: Cey (.350 BA, 7 su 20, 1 HR, 6 RBI), Yeager (4 su 14, 2 HR) e Guerrero (.333 BA, 7 su 21, 2 HR, 7 RBI).

Il programma delle World Series del 1981

Bob Watson viene festeggiato dai compagni di squadra dopo il suo fuoricampo da tre punti nel primo inning in Gara 1. Da sinistra a destra, Lou Piniella, Watson, Jerry Munphrey e il battitore successivo Graig Nettle

Il terza base Graig Nettles effettua una presa spettacolare, rimasta nella storia, del line drive di Steve Garvey nell'ottavo inning di Gara 1 per bloccare la rimonta dei Dodgers

Fernando Valenzuela e Ron Cey festeggiano con Hihg Five la vittoria in Gara 3 per 5 a 4. Cey ha colpito un fuoricampo da tre nel primo inning e una grandissima presa in tuffo con doppio gioco nell'ottavo inning

Jay Johnstone, entrato come pinch hitter, saluta il pubblico dopo aver colpito un fuoricampo da due punti nel sesto inning per accorciare lo svantaggio a 1 punto, 5-6, in Gara 4

Il manager Tommy Lasorda esce dal dugout per abbracciare Steve Yeager dopo il suo fuoricampo preceduto da quello colpito back to back da Pedro Guerrero nel settimo inning per superare l'1 a 0 degli Yankees in vantaggio nel primo inning di Gara 5

Steve Yeager Pedro Guerrero si abbracciano dopo i loro due fuoricampo nel settimo inning di Gara 5

Il terza base Ron Cey viene accompagnato fuori del campo dal Manager Tommy Lasorda e dal trainer Bill Buhler dopo essere stato colpito in testa dalla pallina lanciata da Rich Gossage nell'ottavo inning in Gara 5

Reggie Jackson si getta a terra per schivare un lancio del partente dei Dodgers Burt Hooton nel primo inning di Gara 6 che poi lo mette strikeout

Il rilievo dei Dodgers Steve Howe, il catcher Steve Yeager e il prima base Steve Garvey celebrano la vittoria in Gara 6 e la conquista delle World Series 1981

Dave Stewart e Derrel Thomas festeggiano la vittoria delle Woirld Series nella Clubhouse dei Dodgers

Il GM dei Dodgers Al Campanis, a sinistra, il Commissioner della MLB Bowie Kuhn, il presidente dei Dodgers Peter O'Malley e il manager Tommy Lasorda, con il trofeo delle World Series 1981

 

Nel 1982, i sorprendenti Brewers presero d'assalto la cima dell'American League per la loro prima apparizione alle World Series, a dodici anni da quando si erano trasferiti a Milwaukee (da Seattle) come espansione dei Pilots. I Brewers avevano vinto l'American League East con una sola partita sui Baltimore Orioles, sconfiggendo poi i California Angels, tre giochi a due, nelle American League Championship Series. I Cardinals avevano vinto la National League East con tre partite sui Philadelphia Phillies, spazzando gli Atlanta Braves, 3-0, nelle National League Championship Series. Le World Series del 1982 furono le ultime (fino a quando i Giants le vinsero nel 2010 e i Cardinals nel 2011) che la National League vinse back-to-back (infatti ne avevano vinto quattro consecutive, a partire dal 1979). Entrambe le partecipanti sono attualmente nella NL Central, a causa del trasferimento dei Brewers dall'American League alla National League nel 1998. Ciò ha determinato la possibilità che i Brewers rappresentassero due diverse League nelle competizioni delle World Series. Questo era già successo due volte nel 19° secolo con i Brooklyn Dodgers del 1889 e del 1890, e i Cardinals, che avevano vinto le Series del 1886 quando erano nell'American Association. Anche se i team non si erano mai incontrati, le città avevano una rivalità commerciale esistente nel mercato della birra, con St. Louis che era la casa della Anheuser Busch, mentre Milwaukee era la casa della Miller Brewing. Questo indusse a soprannominare le Series con il nickname di "Suds Series". I Brewers e i Cardinals si sarebbero poi incontrati nelle National League Championship Series del 2011. I Milwaukee Brewers del 1982 avevano battuto 216 fuoricampo durante la regular season, guadagnandosi così il soprannome di Harvey’s Wallbangers (dal manager Harvey Kuenn). In netto contrasto, i St. Louis Cardinals colpirono solo 67 home run, meno dei 39 di Gorman Thomas e i 34 di Ben Oglivie messi insieme. I Cardinals avevano costruito la loro reputazione e vinto la loro division dietro ad un pitching staff solido, all'eccezionale difesa, e all'aggressiva corsa sulle basi, fabbricando punti  in uno stile che sarebbe stato chiamato "Whiteyball" sotto la direzione del manager Whitey Herzog dal 1980 al 1990. Questo stile fu il segno distintivo dei Cardinals attraverso il 1980 che li vide ancora in due World Series (nel 1985 e 1987). L'MVP dell'American League del 1981, Rollie Fingers, non fu a disposizione dei Brewers durante le World Series del 1982 a causa della lacerazione di un muscolo del braccio. Casualmente, Fingers fu scambiato dai San Diego Padres ai St. Louis nel dicembre del 1980, ma quando i Cardinals acquisirono Sutter dai Chicago Cubs dopo l'inverno, Rollie fu girato a Milwaukee senza mai indossare la divisa dei Cardinals. La trade tra i Brewers e i Cardinals nel dicembre del 1980 avrebbe dovuto essere un beneficio importante per entrambe le squadre. I Cardinals ottennero i lanciatori Dave Lapoint e Larry Sorenson e gli outfielders Sixto Lezcano e David Green. In cambio i Brewers ricevettero Pete Vukovich, Rollie Fingers e Ted Simmons. I Cardinals costruirono la loro squadra sulla velocità, clutch hitting e pitching. I Cardinals fecero delle trade aggiuntive per Willie McGee, Ozzie Smith, George Hendrick, Joaquin Andujar e Bruce Sutter, tutti destinati a realizzare una squadra ben bilanciata per vincere il titolo. I Brewers combinarono il produttivo farm system con trade aggiuntive per costruire il loro club potente in attacco. Moose Haas, Robin Yount, Paul Molitor e Gorman Thomas arrivarono attraverso le farm, mentre Mike Caldwell, il suddetto Vukovich, Fingers, Ben Oglivie, Cecil Cooper e Don Money arrivarono tutti dalle trade. Il 1 giugno, con la squadra a 23-24 e che si dibatteva in quinta posizione, il GM dei Brewers Harry Dalton sostituì il manager Buck Rogers con Harvey Kuenn. I Brewers risposero vincendo con una percentuale di .626 per il resto della stagione, prendendo il primo posto per sempre il 31 luglio senza mai più lasciarlo. Le World Series iniziarono il 12 di ottobre al Busch Stadium di St. Louis. A quanto pare, l'inesperienza e il vantaggio del fattore campo non furono determinanti in Gara 1 perché i Brewers colpirono quattro differenti lanciatori dei Cardinals con 17 valide per una scioccante sconfitta, 10-0. Il mancino dei Brewers, Mike Caldwell, lanciò una shutout complete game, concedendo solo tre valide. L'attacco del team ospite fu guidato da Paul Molitor che realizzò un record delle World Series battendo cinque valide e due RBI. Robin Yount aggiunse altre quattro hit e due RBI, mentre l'ex Cardinals Ted Simmons colpì un fuoricampo e Jim Gantner un triplo con due RBI (questa fu la loro ultima vittoria di post-season in trasferta fino al 13 ottobre 2011). Mercoledì 13 si giocò Gara 2. I Brew Crew continuarono a colpire a sangue nel secondo inning con un doppio RBI di Charlie Moore. Per poi continuare nel terzo quando Paul Molitor colpì una valida, rubò la seconda, andò in terza su un lancio pazzo del partente dei Cardinals, John Stuper, e segnò su un groundout di Robin Yount. Ted Simmons allungò il vantaggio, 3-0, con il suo secondo homer personale in due partite. I Cardinals reagirono nella loro metà del terzo, quando il rookie Willie McGee mise a segno un singolo, rubò la seconda e segnò sul doppio di Tom Herr. Ken Oberkfell colpì un singolo e Herr accorciò lo svantaggio portando i padroni di casa ad un punto dai Brewers, 3-2. Gli ospiti allungarono 4-2 nel quinto, grazie al doppio di Yount e al singolo di Cecil Cooper. Darrell Porter pareggiò al sesto con un doppio e due RBI. Poi, nella parte bassa dell'ottavo, i Brewers sentirono la mancanza di Rollie Fingers nel bullpen. Con un out e due corridori, Pete Ladd, messo come closer dai Brewers, diede la base su ball a Lonnie Smith e poi ancora al pinch-hitter Steve Braun facendo segnare il punto del vantaggio. I Cardinals avrebbero potuto fare di peggio, ma McGee battè un lineout sull'interbase per il secondo out, e un'apparente valida battuta da Ozzie Smith colpì Braun mentre correva verso la seconda per il terzo out. Bruce Sutter lanciò il nono inning, giocandosi quattro battitori e portando alla vittoria i Cardinals che così pareggiavano le Series. Il Fall Classic si spostò a Milwaukee e venerdì 15 andò in scena al County Stadium Gara 3. Joaquín Andújar e Pete Vuckovich, assi delle rispettive squadra, si fronteggiaro in un duello senza punti fino alla metà superiore del quinto, quando Willie McGee colpì un fuoricampo da tre punti per gli ospiti. I Redbirds ne aggiunsero altre due nel settimo contro Vuckovich. Lonnie Smith battè un doppio al centro-destra e cercò di allungare per la terza. Smith segnò quando il relè Jim Gantner sbagliò il tiro verso la terza. McGee lo seguì con un fuoricampo solitario, il suo secondo della giornata. McGee realizzò anche un paio di gemme difensive, correndo all'indietro per prendere un drive di Paul Molitor nel quarto e derubando Gorman Thomas di un home run nel nono. Nel settimo con un out, Andujar dovette lasciare la partita quando il line drive di Ted Simmons lo colpì alla rotula. I Brewers caricarono le basi in questo inning, ma l'asso dei rilievi, Bruce Sutter, raffreddò le velleità degli avversari. Cecil Cooper rappresentò la sola minaccia dei Brewers quando colpì un fuoricampo da due punti all'ottavo contro Sutter, mentre Ozzie Smith fece segnare il punto finale dei Cardinals ricevendo una base su ball a basi piene. Sutter chiuse il nono inning congelando il risultato di 6 a 2 e ottenendo la seconda salvezza (anche se i Cardinals avevano un vantaggio di 5-0 quando entrò in partita ma le basi erano piene, il che significa che il potenziale pareggio era on deck). Sabato 16 ottobre venne giocata Gara 4 e i Brewers avevano il compito di cercare di pareggiare le Series, trovandosi sotto 2 a 1. I due partenti furono Dave Lapoint (9-3) per i Cardinals e Moose Haas (11-8) per i Brewers. Haas era un veterano con sei stagioni nella Major League, mentre Lapoint aveva appena giocato la sua prima stagione completa. Per sei inning, i Cardinals sembrarono sul punto di prendere un vantaggio insormontabile nelle Series. Dave Lapoint tenne i padroni di casa a tre valide in quel lasso di tempo, mentre i suoi battitori avevano costruito il vantaggio, 5-1, che sembrava insuperabile. In cima al primo inning, Ken Oberkfell aveva colpito un doppio a destra e George Hendrick mise in campo un alto chopper nel mezzo, che superò Yount e rimbalzò al centro del campo, permettendo a Oberkfell di segnare. Nella parte bassa del primo inning Oberkfell fece cadere la rimbalzante di Yount cercando di prenderla a mani nude. Entrambe le squadre ebbero difficoltà in difesa, e gli errori dei Brewers in Gara 3 erano costati loro tre punti. Due punti dei Cards arrivarono nel secondo inning con un'insolita volata di sacrifico da due di Tom Herr, con Willie McGee e Ozzie Smith a punto. Willie McGee era in prima quando fece il tentativo di rubare, il catcher dei Brewers Ted Simmons prese un pitch out ma non riuscì a tirare la palla permettendo al corridore di arrivare in seconda. Dopo una base su ball a Ozzie Smith, il lancio pazzo di Moose Haas permise a McGee di andare in terza e Smith in seconda. Sulla volata di sacrificio profonda di Herr, Smith approfittò che l'esterno centro Gorman Thomas scivolò e cadde sulla warning track. Ken Oberkfell seguì con una base su ball, rubò la seconda e andò a casa quando la rimbalzante di Keith Hernandez passò in mezzo alle gambe di Gantner. I Cardinals segnarono tre punti, nonostante avessero battuto una sola valida. Nella parte bassa del quinto, con zero out e corridori in prima e terza, Ozzie Smith fece una delle sue famose giocate “Wizard of Oz”. Gantner aveva battuto una palla a terra verso il centro del campo. Smith, anche se sbilanciato, riuscì a prendere la palla e contemporaneamente a toccare la seconda base, sparando in prima per eliminare anche Gantner. Nel settimo, le cose per i Cardinals crollarono. Con un out, Ogilvie raggiunse la prima perché il prima base Keith Hernandez tirò male la palla al pitcher Lapoint. Lapoint fu sostituito da Doug Bair dopo aver concesso con due out un RBI (immeritato) sul doppio di Gantner. Prima di essere sostituito da Jim Kaat, Bair concesse la base su ball a Molitor caricando le basi, e due punti (immeritati) sul singolo di Yount. Un singolo RBI di Cecil Cooper e un lancio pazzo del lanciatore portò alla quarta sostituzione dei Cardinals con Jeff Lahti. Lahti diede una base intenzionale (a carico di Kaat) a Simmons e le basi furono nuovamente piene, ma il singolo di Thomas portò a casa altri due punti. Lahti diede un'altra base intenzionale a Ogilvie e poi indusse una volata a sinistra per porre fine a questo inning. In questo inning, furono sei i punti (tre guadagnati) che attraversarono il piatto per i Brewers con cinque valide e un errore. Caldwell tornò ad affrontare Bob Forsch in Gara 5, domenica 17 ottobre al County Stadium pieno all'inverosimile, nel tentativo di ripetere la sua performance d'apertura, ma infine venne schiacciato da quattordici valide. Nonostante questo Caldwell lanciò la sua seconda vittoria delle Series e quasi andò alla distanza. I Cardinals, sotto 6 a 2, cercarono di recuperare nella parte alta del nono con Keith Hernandez che colpì un RBI con un doppio e, con due out, George Hendrick lo portò a punto con un singolo. Bob McClure entrò a sostituire Caldwell e concesse un singolo a Darrell Porter, mettendo il punto del pareggio in base. McClure, comunque, riuscì a mettere strikeout McGee e il pinch-hitter Gene Tenace finì al volo sull'esterno sinistro per chiudere la partita con la vittoria dei Brewers per 6 a 4. Robin Yount stabilì un record delle World Series registrando la sua seconda partita con quattro valide, dopo quella in Gara 1. Questa fu la decima e ultima partita delle World Series al Milwaukee County Stadium (1957, 1958 e 1982). Ora giù tre giochi a due, i Cardinals tornavano a casa determinati a rimettere in parità le Series. Gara 6 fu ostacolata da due ritardi per la pioggia che ammontarono a oltre 2 ore e 1/2. I Cardinals scongiurarono l'eliminazione con un botto. Darrell Porter e Keith Hernandez entrambi realizzarono due fuoricampo da due punti e Hernandez aggiunse altri due punti con un singolo. Dane Iorg colpì due doppi e un triplo, mentre il pitcher rookie John Stuper si prese la squadra sulle spalle e lanciò un complete game, concedendo quattro valide e un solo punto. I Cardinals vinsero con l'imbarazzante risultato per gli ospiti di 13 a 1. Mercoledì 20 ottobre andò in scena la partita decisiva per il titolo delle World Series. I due pitcher Joaquín Andújar e Pete Vuckovich si affrontarono ancora una volta in Gara 7. La partita rimase senza punti fino alla parte bassa del quarto, quando i Cardinals segnarono il primo punto su un singolo RBI di Lonnie Smith. Ben Oglivie pareggiò per i Brew Crew nel quinto con un homer da solista prendendo un vantaggio 3-1, nel sesto, quando Jim Gantner segnò su un errore e Cecil Cooper colpì una volata di sacrificio. Ma, in fondo al sesto, Vuckovich cominciò a mettersi nei guai. Con un out, Ozzie Smith colpì un singolo e Lonnie Smith un doppio. Il manager dei Brewers Harvey Kuenn sostituì Vuckovich con Bob McClure, che intenzionalmente diede la base su ball al pinch-hitter Gene Tenace per caricare le basi. Keith Hernandez poi pareggiò con un singolo da due punti. Subito dopo, George Hendrick con un singolo RBI diede ai Cardinals il vantaggio. I Cards completarono le marcature con due punti nell'ottavo, grazie al singolo RBI di Darrell Porter e di Steve Braun. Andujar lanciò forte per sette inning e Bruce Sutter lo rilevò nell'ottavo e nel nono per vincere la sua seconda salvezza. Nonostante gli sforzi, Milwaukee perse 6-3 e i campioni della National League continuarono a diventare i Campioni delle World Series, secondi solo ai New York Yankees, vincitori di tutti i tempi. Il catcher dei Cardinals Darrell Porter fu l'MVP delle Series. Il lanciatore dei Brewers, Mike Caldwell, che aveva vinto due partite, sarebbe stato un candidato forte, così come Molitor. Paul Molitor alla fine avrebbe vinto il premio di MVP delle Series 11 anni dopo come giocatore dei Toronto Blue Jays. Come era sempre stato, la squadra vincitrice aveva vinto l'MVP. L'unico giocatore di una squadra perdente a vincere l'MVP fu Bobby Richardson dei New York Yankees nel 1960.

Il programma delle World Series del 1982

Willie McGee dopo aver battuto il suo fuoricampo da tre nel quinto inning di Gara 3. In alto a sinistra nel riquadro, il momento in cui ruba il fuoricampo a Gorman Thomas nel nono inning

Willie McGee viene accolto dal compagno di squadra Lonnie Smith dopo il fuoricampo da tre nel quinto inning di Gara 3

Il MVP Darrell Porter dei St. Louis Cardinals guarda il suo fuoricampo da due punti al quarto inning di Gara 6

Il lanciatore Bruce Sutter e il catcher Darrell Porter festeggiano dopo l'ultimo out in Gara 7

La festa al Busch Stadium dopo la vittoria delle World Series in Gara 7

Il catcher Darrell Porter, scelto come Most Valuable Player delle World Series, si cosparge di champagne nella clubhouse dei Cardinals dopo aver sconfitto i Milwaukee Brewers in Gara 7

Il manager dei St. Louis Cardinals, Whitey Herzog, brinda con il proprietario del team August A. "Gussie" Busch Jr., a sinistra, dopo la vittoria delle World Series

Il catcher Darrell Porter stringe le mani alla folla durante la parata nel centro di St. Louis il 21 ottobre del 1982

Il presidente dei Cardinals August A. Busch, Jr., a sinistra, e il manager Whitey Herzog sorridono alla folla nel centro della città per la parata in onore della squadra campione del mondo di baseball

 

Dopo aver aperto il decennio con la vittoria delle loro prime World Series, i Philadelphia tornavano al "Big Show", sperando di ripetere le loro pluripremiate performance. Con un roster pieno di 35/42enni, i veterani dei Phillies del '83 erano tra i più anziani della National League ed erano in netto contrasto con i loro avversari, i Baltimore Orioles dell'American League. I Philadelphia Phillies avevano vinto la National League East division con sei partite davanti ai Pittsburgh Pirates e poi sconfitto i Los Angeles Dodgers, tre giochi ad uno, nelle National League Championship Series. I Baltimore Orioles avevano vinto l'Ameican League East division con sei partite sui Detroit Tigers e poi sconfitto i Chicago White Sox, tre giochi ad uno, nelle American League Championship Series. Gli Orioles vinsero la division piuttosto comodamente, mentre i Phillies ebbero bisogno di un record di 22-7 nel mese di settembre per rompere la stretta corsa al titolo con i Pittsburgh Pirates. Nel suo primo anno con i Baltimore Orioles, Joe Altobelli, che era stato manager dei San Francisco Giants dal 1977-1979, aveva sostituito Earl Weaver, ritiratosi dopo aver diretto la squadra per sedici anni, 1968-1982. Altobelli fu veramente fortunato ad avere in squadra il prima base Eddie Murray e l'interbase Cal Ripken Jr. Ripken (27 HR, 102 RBI, .318 BA) e Murray (33, 111, .306) erano finiti primo e secondo nella votazione dell'MVP del 1983, con Ripken che ottenne 322 punti contro i 290 di Murray. Ad un anno dalla pensione, Ken Singleton si stabilì nel ruolo di DH, mentre il resto della squadra era formata da un corpo di platoon players. Gli Orioles conclusero al primo posto nelle statistiche delle squadre nei fuoricampo (168), primi nella percentuale arrivi in base OBP (.340) secondi nei punti, doppi e basi su ball. Dopo aver vinto quindici partite nel 1982, il 37enne lanciatore Jim Palmer aveva iniziato solo undici partite nel 1983, vincendone cinque e perdendone quattro. Avrebbe vinto una partita in queste World Series per poi essere rilasciato dagli O's, all'inizio del 1984 dopo delle difficoltà iniziali. Il giovane pitching staff guidato da Scott McGregor (18-7, 3.18) e dal venticinquenne Mike Boddicker (16-8, 2.77) erano stati affiancati dal 21enne Storm Davis (13-7, 3,59 ) e dal veterano Mike Flanagan (12-4, 3.30). L'affidabile Tippy Martinez aveva realizzato il record più alto in carriera con 21 salvezze, mentre Sammy Stewart aggiunse nove vittorie dal bullpen. I Baltimore Orioles affrontavano i Philadelphia Phillies, che apparivano alle World Series solamente per la loro quarta volta nella storia della squadra. Il General Manager dei Philadelphia Phillies, Paul Owens, licenziò a metà stagione il manager Pat Corrales per sostituirlo con se stesso. L'età media della squadra di questi Phils "Wheeze Kid" del 1983 era di 32 anni, in contrasto con il cast dei Phillies "Whiz Kid" del 1950 che avevano un'età media di 26 anni. I giornali di Filadelfia ci scherzarono sopra al tempo sul fatto che questa squadra di anziani giocava al Veterans Stadium. Ad affiancare il quarantaduenne prima base Pete Rose c'erano i compagni di squadra dei Cincinnati Reds degli anni '70, il 41enne prima base Tony Perez e il 39enne seconda base Joe Morgan. Ma la vera stella in battuta di questa squadra era il trentatreenne Mike Schmidt che colpì 40 fuoricampo e 109 RBI. Nessun altro compagno di squadra battè più di sedici fuoricampo (Joe Morgan) o più di 64 RBI (Bo Diaz). Anche se il lanciatore veterano Steve Carlton aveva vinto la sua 300a partita in major league durante la regular season, effettivamente giocò un anno mediocre realizzando un record di 15-16 - la sua prima stagione in negativo dal 1973 quando il suo record era stato di 13-20. Nella sua prima stagione completa con Philadelphia, John Denny, vinse il Cy Young Award conducendo la league con un record di 19-6 e un 2.37 di ERA, vincendo tredici delle sue ultime quattordici decision. Il closer Al Holland arrivò secondo nella league con 25 salvezze e vinse il NL Rolaids Relief Award. Attorno a loro c'erano i lanciatori di rilievo "al canto del cigno", il quarantenne Ron Reed e il trentottenne Tug "Ya Gotta Believe" McGraw, che non avrebbe visto alcuna azione nelle World Series. I Phillies del 1983 avevano la più bassa media complessiva di battuta (.195) per una squadra alle World Series dagli Oakland Athletics del 1974. Le World Series del 1983 che iniziarono l'11 ottobre furono chiamate anche "The I-95 Series"- come quelle di due anni dopo - prendendo il soprannome dall’Interstate che univa le squadre e che veniva percorsa dagli appassionati per vederle. Gara 1 venne giocata in casa degli Orioles al Memorial Stadium di Baltimora. John Denver, la cui canzone Thank God I'm a Country Boy veniva suonata al seventh-inning stretch di ogni partita in casa degli Orioles, cantò l'inno nazionale prima dell'inizio. Il partente dei Phillies John Denny concesse un homer al primo inning a Jim Dwyer. Al sesto inning, i padroni di casa in vantaggio 1 a 0, vennero inaspettatamente colpiti dal fuoricampo solitario del quarantenne seconda base degli Orioles Joe Morgan contro Scott McGregor, per pareggiare la partita. Morgan diventò il secondo giocatore più anziano a colpire un home run nelle World Series (Enos Slaughter era solo di pochi mesi più vecchio di Morgan quando ne battè uno per i New York Yankees nella World Series del 1956). Garry Maddox portò in vantaggio i Phillies all'ottavo con un fuoricampo a basi vuote sempre contro McGregor per il risultato finale. Denny ottenne la vittoria con l'aiuto dell'asso Al Holland. La parte superiore del settimo inning di Gara 1 fu ritardata a causa dell'intervista di Howard Cosell con il presidente Reagan sulla ABC. Alcuni osservatori ritennero che il ritardo, contribuì a raffreddare McGregor al punto di concedere il fuoricampo a Maddox. McGregor si sarebbe poi riscattato diventando il lanciatore vincente (con un complete game) in Gara 5. La visita di Ronald Reagan stabilì la dodicesima volta che un Presidente partecipava a una partita delle World Series. La sconfitta degli Orioles in Gara 1 fu la prima volta in sei World Series in cui venivano sconfitti nella prima partita. Gara 2 venne giocata mercoledì 12 ottobre davanti a oltre 52000 fans di Baltimora. Gli Orioles ottennero un altro gioiello nella post season dal MVP delle ALCS, Mike Boddicker, con la sua "foshball" (un incrocio tra il lancio split-finger e un change-up). Boddicker andò alla distanza, realizzando sei K e non concedendo nessuna base su ball. Fu colpito solo da tre valide e un punto, nel quarto inning dalla volata di sacrificio di Joe Lefebvre. Gli O's realizzarono i loro punti nel quinto su un fuoricampo solitario di John Lowenstein, un doppio RBI di Rick Dempsey e una volata di sacrificio di Boddicker, che aiutò la causa. Cal Ripken aggiunse un singolo RBI nel settimo per vincere la seconda partita per 4 a 1 e pareggiare le Series. Questa fu l'ultima volta che una partita delle World Series veniva giocata al Memorial Stadium (1966, 1969, 1970, 1971, 1979 e 1983). Dopo il rituale giorno di riposo per la trasferta a Philadelphia, Gara 3 andò in scena venerdì 14 al Veterans Stadium con una cornice di pubblico che superava i 65000 spettatori. Steve Carlton diventò il primo giocatore con 300 vittorie a lanciare in una World Series in 55 anni (Grover Cleveland Alexander era stato l'ultimo). Carlton chiuse fuori gli Orioles attraverso cinque innings, sostenuto dai fuoricampo solitari di Gary Matthews e di Joe Morgan. Gli Orioles ridussero lo vantaggio con un solo homer nel sesto di Dan Ford. Nella parte inferiore del sesto, i Phillies avevano due out e due corridori e Carlton stava per entrare nel box di battuta. Il manager dei Phillie, Paul Owens, andò vicino a Carlton che si trovava nell'on-deck per chiedergli come stesse. Carlton disse che stava bene, ma andò strikeout guardato per l'out finale. Carlton sembrò al sicuro dopo aver eliminato i primi due battitori nel settimo, ma Rick Dempsey colpì un doppio e andò in terza su un lancio pazzo. Il pinch-hitter Benny Ayala mise a segno un singolo e Dempsey pareggiò. Al Holland rilevò Carlton per provare a chiudere l'inning, ma John Shelby colpì un singolo e ora c'erano corridori in prima e seconda. Dan Ford battè sull'interbase Ivan DeJesus che commise un errore e Ayala ottenne il via libera per segnare il punto del vantaggio degli Orioles. L'eroe dei lanciatori degli Orioles, Jim Palmer, ottenne la vittoria, 3 a 2, con l'aiuto di Sammy Stewart e Tippy Martinez (salvezza) e lanciarono sei inning shutout come rilievi di Mike Flanagan. Con questa vittoria Palmer, stabilì il record della più lunga durata (diciassette anni) dalla prima vittoria nel Fall Classic del 1966 per un singolo lanciatore nella storia delle Major League. La vittoria in Gara 3 fece di Jim Palmer il solo lanciatore a vincere una partita delle World Series in tre decenni diversi. Palmer è anche, l'unico giocatore ad aver giocato con gli Orioles in ciascuna delle loro apparizioni nelle World Series (1966, 1969, 1970, 1971, 1979 e 1983). A Carlton e Palmer fu attribuita la decision, ed è a tutt'oggi, l'ultima partita delle World Series in cui sia il lanciatore vincente che il perdente sono entrati nella Hall of Fame. Quando i Phillies misero in panchina Pete Rose a favore di Tony Perez in Gara 3,  finì la striscia in cui Rose aveva giocato ogni inning delle sue 59 partite di post season. Il giorno successivo con gli Orioles, avanti 2 partite a una, i Phillies tentarono di riscattarsi per far propria Gara 4. Eddie Murray e Cal Ripken Jr. avevano battuto .161 con un solo RBI tra tutti e due nelle prime quattro partite. Eddie Murray avrebbe invertito l'andamento diventando l'eroe di Gara 5 con due titanici fuoricampo, tra cui il solo fuoricampo da due punti delle Series. Ricco Dauer degli Orioles ruppe l'equilibrio senza punti colpendo nel quarto un doppio da due RBI contro John Denny. I Phillies recuperarono nel quarto contro Davis Storm con un doppio RBI di Joe Lefebvre e presero il comando nel quinto con un RBI singolo di Denny e un doppio RBI di Pete Rose. Nella parte superiore del sesto con un solo out, John Lowenstein colpì un singolo e Dauer con un doppio lo portò in terza. Il manager degli O's, Joe Altobelli, mise a battere Joe Nolan, il primo dei quattro consecutivi pinch-hitters. Il partente dei Phillies Denny diede la base intenzionale a Nolan per caricare le basi. Ma il successivo pinch-hitter, Ken Singleton, riuscì ad aggiudicarsi la base su ball e Lowenstein segnò il pareggio. Il rilievo Willie Hernandez sostituì Denny ma John Shelby, che andò a battere per il pitcher Storm Davis, colpì una volata di sacrificio per mettere gli O's avanti 4-3. Gli Orioles aggiunsero un punto rassicurante nel settimo grazie ad un singolo RBI di Dauer, che raccoglieva nella giornata tre valide e tre RBI. I Phillies ridussero lo svantaggio segnando un solo punto nel nono, ma Tippy Martinez chiuse ogni speranza dei padroni di casa realizzando la sua seconda salvezza delle Series. La folla di 66947 persone che assiepò il Veterans Stadium, fu la seconda più numerosa delle World Series dalla Gara 3 a New York nel 1964. Sotto 3 a 1, i Phillies dovevano giocare alla morte Gara 5, coscienti che se non avessero invertito la rotta per loro le World Series si sarebbero definitivamente chiuse tragicamente tra le mura di casa. In tutta questa serie, i "big gun hitters" di entrambe le squadre erano stati tenuti sotto controllo. Mike Schmidt era 1 su 16, mentre Eddie Murray era 2 su 16. In questa Gara 5, però, Murray decise di riscattarsi colpendo due fuoricampo e realizzando tre RBI. Rick Dempsey, che venne nominato MVP, colpì un homerun e un doppio realizzando due RBI. Scott McGregor lanciò un complete game shutout concedendo cinque valide per dare agli Orioles le World Series. Fu Cal Ripken Jr. che fece lo spettacolare out finale delle Series. Questo furono le ultime World Series del Commissioner Bowie Kuhn. Fu anche l'ultima World Series in onda sulla ABC prima che la rete venisse rilevata da Capital Cities Communications (per coincidenza, la stazione di punta di tale società era affiliata alla ABC di Philadelphia, WPVI-TV-anche prima filiale della rete). Il pitcher Larry Andersen fu l'unico a giocare per i Phillies nelle World Series del 1983 e quelle del 1993 contro i Toronto. I Baltimore Orioles erano la quarta squadra nella storia delle World Series a perdere la partita di apertura per poi spazzare l'avversario nel corso delle successive quattro gare. Gli altri tre furono i New York Mets (World Series 1969), i St. Louis Cardinals (World Series 1942) ed i Boston Red Sox (World Series 1915). I Philadelphia Phillies avevano nel loro roster 7 giocatori dei 23 che avevano anche fatto parte della squadra che giocò le World Series nel 1980. In confronto, i Baltimore Orioles potevano contare su 13 giocatori ancora nel roster dei 23 dalla loro ultima apparizione nelle World Series del 1979.

Il programma delle World Series del 1983

Il catcher Rick Dempsey, # 24, stringe la mano al coach di terza base Cal Ripken Sr., mentre gira dopo aver colpito l'homerun nel terzo inning di Gara 5

La spettacolare presa di Cal Ripken Jr. sul line di Garry Maddox che chiude Gara 5

Il catcher Rick Dempsey e il partente Scott McGregor si abbracciano dopo l'ultimo out di Gara 5

La squadra degli Orioles festeggiano la vittoria delle World Series dopo l'ultimo out in Gara 5

Eddie Murray e Cal Ripken festeggiano la vittoria delle World Series

Il proprietario dei Baltimore Orioles Edward Bennett Williams durante la parata per la vittoria delle World Series 1983

Cal Ripken mentre sfila durante la parata a Baltimora

La copertina di Sport Illustrated con Rick Dempsey, l'MVP delle World Series 1983

 

I San Diego Padres avevano vinto la National League West division con dodici partite sugli Atlanta Braves e Houston Astros, e poi sconfitto i Chicago Cubs, tre partite a due, nelle National League Championship Series. I Detroit Tigers avevano vinto l'American League East con quindici partite sui Toronto Blue Jays, e poi spazzato i Kansas City Royals, in tre partite, nelle American League Championship Series. Le World Series del 1984 furono un rematch tra i manager Sparky Anderson (Detroit) e Dick Williams (San Diego). I due si erano già affrontati nelle World Series del 1972, con Anderson manager dei Cincinnati Reds e Williams al timone dei vincitori Oakland Athletics. Le Series del 1984 erano le quinte di Anderson - in aggiunta al Fall Classic del 1972, aveva anche diretto i Reds durante le World Series del 1970 (perse con i Baltimore Orioles) ed era lo skipper di Cincinnati durante le vittorie del titolo back-to-back nel 1975 e 1976. La controparte di Anderson, Williams, era alla sua quarta World Series, avendo guidato i Boston Red Sox durante la "Impossible Dream" season del 1967, e vinto il loro primo pennant in 21 anni in un testa a testa nella corsa al titolo della League con i Tigers, Minnesota Twins e Chicago White Sox. Dopo che i suoi Atletics avevano vinto le World Series del 1972, Williams li portò di nuovo alla vittoria nelle Series del 1973 contro i New York Mets. Le World Series del 1984 furono una sorta di battaglia tra le due multimilionarie catene americane di fast food. Tom Monaghan fondatore di Domino’s Pizza era il proprietario dei Tigers, mentre Ray Kroc fondatore di McDonald, morto alcuni mesi prima delle Series, era il proprietario dei Padres. I Detroit Tigers furono destinati alle World Series fin dall'inizio della stagione regolare. Il 24 maggio 1984, i Tigers avevano appena vinto la loro nona partita consecutiva con Jack Morris sul monte alla sua nona vittoria dall'inizio stagione. Il record dei Tigers di 35-5, in quella data, era un record delle Major League. Nelle successive tre partite si sarebbero sbarazzati dei Seattle Mariners e avrebbero realizzato una media vittorie di .500 nel corso delle successive 40 partite. E alla fine, avrebbero finito con un record di franchigia di 104 vittorie per diventare il terzo team nella storia della MLB a guidare il campionato sin dall’inizio. Questi Tigers erano forti dappertutto, dotati di all-star nelle posizioni centrali con il catcher Lance Parrish che aveva realizzato 33 fuoricampo, il numero più alto in carriera, il tandem che deteneva tutti i record formato da Lou Whitaker in seconda base e Alan Trammell all'interbase (giocarono insieme dal 1977-1995) e il solido difensore all'esterno centro Chet Lemon. Il pitching staff era sostenuto dagli assi partenti Milt Wilcox e Jack Morris, e dal vincitore del Cy Young Award e del Most Valuable Player, Willie Hernandez (9-3, 1.92 ERA, 32 salvezze), come closer. I Detroit Tigers avevano firmato il meraviglioso free-agent senza età Darrell Evans (il loro primo acquisto di un free-agent da Tito Fuentes nel 1977) e avevano acquisito il prima base Dave Bergman e il già menzionato rilievo Willie Hernandez in uno scambio con i Philadelphia Phillies. E naturalmente c'era "Mr. Clutch", l'esterno destro Kirk Gibson, che aveva realizzato una prorompente stagione con 27 fuoricampo, 29 basi rubate, 91 RBI e una media battuta di .282. Williams era alla sua terza stagione con i San Diego Padres dopo averli condotti a un record di 81-81 (media .500) in entrambi gli anni 1982 e 1983. Nel 1984 per la seconda volta nella sua storia la squadra finì sopra .500, l'altra stagione in cui realizzò un record di 84-78 fu nel 1978. Con il pennant della NL dei Padres nel 1984, Williams era diventato il secondo manager a prendere tre squadre e a portarle alle World Series (con i Red Sox del 1967 e gli Athletics del 1972 e il 1973). I Padres stabilirono un record di franchigia con 92 vittorie nel 1984, guidata da due veterani, il prima base Steve Garvey e il terza base Graig Nettles. Statisticamente, questa squadra non era travolgente, con Nettles e Kevin McReynolds che erano leader della squadra con soli venti fuoricampo. La squadra alla fine perse anche McReynolds in Gara 4 della NLCS a causa di un polso rotto. Nessun giocatore aveva raggiunto i 100 RBI (Garvey, 86) o più di 30 doppi in stagione, anche se il coraggioso battitore Tony Gwynn fu leader della NL nella battuta per la prima volta con una media di .351 e 213 valide. Il pitching staff era nella media - un gruppo di ventenni e un trentaduenne closer, Goose Gossage (10-6, 25 SV), che era stato firmato come free agent dai New York Yankees. Eric Show era il leader dello staff con quindici vittorie con Ed Whitson e il mancino Mark Thurmond che avevano l'identico record di 14-8. Ma il bullpen di buona lega, guidato da Gossage e Craig "Lefty" Lefferts, riuscì a tenere insieme lo staff e portare questa squadra al "Big Show". Come campioni della National League, i Padres avevano il vantaggio del fattore campo. Ma se i Chicago Cubs avessero vinto le NLCS (cosa che sembrava probabile, dopo che i Cubs avevano vinto le prime due gare al meglio delle cinque nella serie), i Tigers avrebbero guadagnato il vantaggio del fattore campo nonostante il fatto che i Baltimore Orioles dell'AL l'avessero avuto nella stagione precedente. La NBC era contrattualmente obbligata a mostrare tutte le partite infrasettimanali della serie in prima serata, qualcosa che sarebbe stato impossibile al Wrigley Field, dal momento che l'impianto vetusto dei Cubs mancava delle luci al momento (sarebbero state installate solo quattro anni dopo). Se i Cubs fossero avanzati alle Series, Detroit avrebbe ospitato le Gare 1, 2, 6 e 7 (il martedì e mercoledì notte), mentre i Cubs avrebbe ospitato le Gare 3, 4 e 5 (venerdì, sabato e domenica), con tutte e tre le partite a Chicago che sarebbero iniziate al più tardi alle 01:30 p.m. I Padres del 1984 avevano adottato il tema di "Ghostbusters" di Ray Parker Jr. come loro canzone (i Pittsburgh Pirates del 1979 avevano sposato la canzone "We Are Family" delle Sister Sledge). Durante la serie playoff contro i Chicago Cubs, i tifosi dei Padres trasformarono Ghostbusters in "Cubbusters". Ironicamente, il protagonista Bill Murray del film Ghostbusters era un noto fan dei Chicago Cubs. Gara 1 si giocò al Jack Murphy Stadium di San Diego il 9 ottobre davanti a 57908 tifosi. Il partente dei Tigers Jack Morris (vincitore di 19 partite durante la stagione) iniziò un po' contratto, e con due-out, concesse in successione due singoli nella parte bassa del primo inning a Steve Garvey e a Graig Nettles, seguito dal doppio di Terry Kennedy che portò i padroni di casa in vantaggio 2 a 1. Il partente dei Padres, Mark Thurmond, riuscì a gestire il vantaggio di 2-1 ma nel quinto, con due out, si arrese prima al doppio di Parrish e al fuoricampo di Larry Herndon. Nettles e Kennedy aprirono il sesto inning per San Diego con due singoli, ma Morris spense il loro slancio mettendo strikeout gli altri tre battitori. Kurt Bevacqua iniziò quella che sembrò essere una rimonta con un doppio da leadoff nel settimo, ma venne eliminato in terza nel tentativo di allungare la valida in un triplo. Nonostante la chiamata stretta, Morris rimase concentrato e assieme alla difesa eliminò gli ultimi nove battitori rimasti per la vittoria 3-2. Gara 2 andò in scena il giorno dopo e ci pensò il DH, Kurt Bevacqua, a livellare le Series con un fuoricampo nel quinto inning da due punti. Fino ad oggi, questa rimane l'unica vittoria nella storia delle World Series dei Padres. Andy Hawkins, il lanciatore vincente, rilevò il partente Ed Whitson nel primo inning. Negli inning rimasti non ci furono altri sussulti e la partita si chiuse sul 5 a 3 per i padroni di casa. Gara 2 al Jack Murphy Stadium contrassegnò l'ultima partita di playoff MLB fino ad oggi dove fu utilizzato il DH in un campo da baseball della National League. Da allora, ogni partita delle World Series nei ballpark dell'American League viene utilizzato il DH (in precedenza, il DH veniva utilizzato ad anni alterni), mentre il lanciatore batte negli stadi della NL. La volta successiva che fu utilizzata la regola del DH in un ballpark della NL fu nel corso di una serie nella regular season tra i Toronto Blue Jays e i Philadelphia Phillies nella stagione 2010. Venerdì 12 ottobre le Series si spostarono a Detroit e Gara 3 arrise ai padroni di casa. Tutto rimase in equilibrio fino alla parte bassa del secondo inning quando il partente dei Padres, Tim Lollar, con due out e un corridore in base non riuscì a fermare l'attacco di Detroit. Il fuoricampo di Marty Castillo portò i Tiger avanti 2 a 0. Lollar evidentemente scosso concesse una base su ball e un doppio a Trammell per il 3 a 0, ancora una base e una valida prima di essere sostituito dal Greg Booker. Il nuovo entrato con le basi piene, concesse una base per il pesantissimo 4 a 0. Nel terzo e settimo inning i Padres segnarono due punti insufficienti a ribaltare il risultato finale di 5 a 2. Il partente Milt Wilcox fu il lanciatore vincente e Willie Hernandez lanciò 2 inning e 1/3 per la salvezza. La vittoria diede ai Tigers un vantaggio considerevole avendo ancora due gare da giocare a Detroit. Nel 1984, il Tiger Stadium (costruito nel 1912) diventò il più antico campo da baseball di sempre ad ospitare una World Series. Quel record fu presto eclissato dal Fenway Park di Boston (anch'esso inaugurato nel 1912), che ospitò i Fall Classic nel 1986, 2004 e 2007. Sabato 13 ottobre davanti a 52130 tifosi di Detroit veniva giocata Gara 4. Alan Trammell colpì una coppia di fuoricampo da due punti nel primo e nel terzo inning siglando il risultato finale per i Tigers contro il partente dei Padres, Eric Show. La reazione degli ospiti concretizzò solamente due punti e Detroit ora stava prendendo il largo in vantaggio di tre partite ad una. Jack Morris ottenne la sua seconda vittoria delle Series con un altro complete game. Per la quarta partita consecutiva, il lanciatore partente dei Padres non superò il terzo inning, con i Tigers che aggredirono Mark Thurmond segnando tre punti nel primo inning. I Padres riuscirono a pareggiare nel quarto, ma i Tigers ritornarono in vantaggio con un punto nel quinto e nel settimo inning. Dopo che i Padres erano riusciti a segnare un solo punto nell'ottavo con un fuoricampo contro il rilievo Willie Hernandez, l'esterno destro di Detroit, Kirk Gibson, si presentò al piatto nella parte bassa dell'ottavo con corridori in seconda e terza e un out. Gibson aveva colpito un fuoricampo nel primo inning, e il manager dei Padres Dick Williams andò sul monte per parlare con Goose Gossage, apparentemente con lo scopo di ordinargli la base intenzionale a Gibson. Poco prima di andare a battere, Gibson aveva fatto una scommessa di 10 $ (mostrando le dieci dita) con il suo manager Sparky Anderson che Gossage (che aveva dominato Gibson in passato) gli avrebbe lanciato. Gossage disse a Williams di lasciarlo lanciare contro Gibson. Lo slugger di Detroit rispose con un fuoricampo da tre, come promesso nell'on-deck, per garantire ai Detroit Tiger le World Series. Gibson realizzò 5 RBI segnando tre punti, tra cui il punto del vantaggio di Detroit con un pesta e corri su un pop-up della poco utilizzata riserva Rusty Kuntz. Nel nono, Willie Hernandez chiuse le Series sulla volata di Tony Gwynn presa dall'esterno sinistro Larry Herndon per l'ultimo out. Mentre Alan Trammell vinse il Most Valuable Player Award, Jack Morris vinse il Babe Ruth Award. Dopo essere stato scaricato senza tanti complimenti dai Cincinnati Reds nel 1978, Sparky Anderson era stato assunto dai Tigers nel giugno del 1979. Aveva subito promesso che la sua squadra sarebbe andata alle World Series entro cinque anni. Considerando la parziale stagione del 1979,  il 1984 era esattamente la quinta stagione completa con Anderson al timone. Anderson sarebbe diventato il primo allenatore a vincere le World Series in entrambe le League. Gara 5 iniziò alle 4:30 p.m., dopo che Gara 4 era iniziata alle 1:30 p.m.. Queste furono le ultime partite all'aperto delle World Series ad iniziare più presto del primetime classico dei programmi televisivi negli Stati Uniti (Gara 6 nel 1987, l'ultima partita di giorno delle World Series, fu giocata al coperto al Metrodome di Minneapolis). Inoltre, nessuna World Series si era già conclusa il 14 ottobre, infatti, con l'eccezione di Gara 1 della World Series del 1989 (giocata il 14 ottobre 1989), nessuna partita delle World Series venne giocata prima del 15 ottobre dal 1984. Questo fu dovuto al cambio della formula dal meglio delle cinque al meglio delle sette delle Championship Series League, all'aggiunta delle squadre che avevano vinto wild-card e al meglio delle cinque per le Division Series League - rendendo impossibile iniziare prima del 15 ottobre, anche quando il baseball della regular season si concludeva l'ultima domenica di settembre. Tre giocatori realizzarono un record di battuta, su cinque Gare, durante le World Series del 1984: Alan Trammell con 9 valide; Lou Whitaker con 6 punti segnati; Carmelo Martinez con 9 strikeout. Meno di vent'anni dopo la vittoria delle World Series del 1984 il Most Valuable Player Award, Alan Trammell, sarebbe diventato il manager dei Detroit Tigers. I Tigers non sarebbero tornati alle World Series fino al 2006, sei anni dopo l'inaugurazione del Comerica Park. Tuttavia Trammell fu licenziato prima che la stagione iniziasse e fu sostituito da Jim Leyland, che aveva vinto un anello delle World Series dirigendo i Florida Marlins nel 1997. Questa fu la prima World Series del nuovo Commissioner of Baseball Peter Ueberroth. Ueberroth aveva iniziato il suo mandato il 1° ottobre, subentrando a Bowie Kuhn. Ueberroth era stato eletto come successore di Kuhn prima della stagione 1984, ma non entrò in carica fino alla postseason, perchè era il Presidente delle XXIII Olimpiadi di Los Angeles, che si svolsero dal 28 luglio fino al 12 agosto. Questo fu l'ultima NBC-broadcast World Series prima che la General Electric acquistasse la RCA, la società madre della NBC.

Il programma delle World Series del 1984

Jack Morris vincitore di due Gare e premiato con il Babe Ruth Award

Alan Trammell (MVP) dopo il primo fuoricampo da due nel primo inning di Gara 4

Kirk Gibson, a sinistra, salta di gioia dopo il punto del vantaggio realizzato sulla volata di sacrificio di Rusty Kuntz nel quinto inning di Gara 5. Di spalle Darrell Evans nell'on-deck

Kirk Gibson mentre gira la prima dopo il suo fuoricampo in Gara 5. Al centro della foto il prima base dei Padres Steve Garvey

I fans dei Tigers festeggiano Kirk Gibson dopo lo storico fuoricampo contro Goose Gossage all'ottavo inning di Gara 5

La panchina dei Tigers esce a festeggiare dopo l'ultimo out di Gara 5. Da sinistra a destra si riconoscono: Castillo, Bair, Morris, Baker, Wilcox, Lopez, Garbey, Scherrer, Berenguer

L'abbraccio di Willie Hernandez con il catcher Lance Parrish

I Tiger in festa sul diamante. A sinistra si riconoscono: Evans, e Morris; A destra nel gruppo: Petry, Berenguer, Hernandez, Trammell e Rozema

L'invasione dei fans dei Tigers sul diamante del Tiger Stadium per la vittoria delle World Series del 1984

 

Dopo aver vinto sette titoli della West Division, due pennant dell'American League e partecipato a cinque delle ultime dieci Championship Series (76, 77, 78, 80, 85) i Kansas City Royals erano ancora alla ricerca di quel primo sfuggente titolo delle World Series. I St. Louis Cardinals della National League aveva giocato in tredici Fall Classics, vincendone nove per entrare nell'85 al numero 2 nella lista dei vincitori di titoli mondiali di tutti i tempi (tredici dietro ai New York Yankees). I Cardinals vinsero la National League East division con tre partite sui New York Mets, e poi sconfissero i Los Angeles Dodgers, quattro partite a due, nelle National League Championship Series. I Royals vinsero l'American League West division con una partita di vantaggio sui California Angels e poi sconfissero i Toronto Blue Jays, quattro giochi a tre, nelle American League Championship Series. Le Series furono popolarmente conosciute come le "Show-Me Series" o le "I-70 Showdown Series", poichè entrambe sono città del Missouri, collegate dall'Interstate 70. Queste furono le prime World Series giocate in notturna. Furono anche le prime presentate per la rete ABC dal commentatore Tim McCarver, assieme a Al Michaels e Jim Palmer. Originariamente Howard Cosell doveva essere nella cabina, ma fu rimosso dal suo incarico poco prima di Gara 1 a causa della controversia che circondò il suo libro I Never Played the Game. Queste World Series furono anche le ultime, fino ad oggi, in cui non venne utilizzato il DH in un ballpark dell'American League. Fu anche l'apparizione più recente ai playoff dei Royals. Vennero ricordate anche per due chiamate sbagliate che ebbero un impatto falsato sul risultato di Gara 6. Nel quarto inning ancora senza punti, Frank White dei Royals fu chiamato out sul tentativo di rubare la seconda base, ma i replay dimostrarono che aveva battuto la toccata. Il battitore successivo, Pat Sheridan, colpì un singolo a destra. Poi, nel nono inning con i St. Louis che conducevano 1-0, Jorge Orta leadoff nella parte bassa del nono colpì una rimbalzante sul prima base dei Cardinals Jack Clark, che passò la palla al pitcher Todd Worrell in copertura sulla prima. L'arbitro di prima Don Denkinger chiamò Orta salvo, ma i replay televisivi dimostrarono che Worrell lo aveva battuto sulla base. Poi, Clark e il catcher Darrell Porter lasciarono cadere un pop in foul tra di loro, e Steve Balboni li fece pagare per l'errore con un singolo a sinistra sul successivo lancio, spostando Orta in seconda base. Il bunt di sacrificio di Jim Sundberg, invece di muovere i corridori, finì per fare eliminare Orta in terza. Con Hal McRae prossimo battitore, il catcher dei Cardinals Darrell Porter, MVP delle World Series del 1982 e che aveva giocato quattro stagioni con i Royals, perse una palla ed entrambi i corridori di Kansas City si spostarono di una base. McRae fu poi volutamente mandato in base per forzare il gioco. Dane Iorg entrò come pinch-hitter per Dan Quisenberry, e il suo unico singolo a destra guidò i due punti per dare ai Kansas City la vittoria per 2-1. Il solo out effettuato dai Cardinals nell'inning fu Orta (in terza invece che in prima). Seguirono anni di dibattiti tra i fans dei Cardinals e dei Royals su quello che sarebbe successo se Orta fosse stato chiamato out in prima piuttosto che in terza. La notte seguente, con Denkinger dietro casa base, i Cardinals subirono un epico tracollo, con il partente John Tudor che ebbe un inizio terribile, concedendo cinque punti guadagnati e quattro basi su ball in soli 2 innings e 1/3. Inoltre, le telecamere ABC catturarono Herzog che urlava e contestava Denkinger dalla panchina dei Cardinals per tutta la gara. Il pitcher Joaquín Andújar esplose due volte alle chiamate di Denkinger durante il quinto inning, per essere poi espulso con Herzog dopo un'accesa discussione sulla zona di strike di Denkinger. Kansas City avrebbe vinto le Series con una shutout di 11-0. Disgustato dalla loro performance, Tudor prese a pugni un ventilatore elettrico con la mano di lancio e Andújar vandalizzò un bagno della clubhouse dello Kauffman Stadium. Nella offseason, Joaquín Andújar fu scambiato con gli Oakland Athletics. Fu la sola seconda World Series del Missouri: la prima fu giocata nel 1944 tra due squadre di St. Louis, St. Louis Cardinals contro i St. Louis Browns (una squadra che in seguito si spostò diventando i Baltimore Orioles). Con due potenze sullo scorer, il Fall Classic di metà anni ottanta prometteva di essere una corsa chiusa e la maggior parte degli esperti riteneva che tutto sarebbe dipeso dai lanciatori. La teoria si dimostrò fattibile in quanto entrambe le squadre vantavano rotation ben carrozzate, tra cui Bret Saberhagen (20-6) dei Royals e il Cardinals John Tudor (21-8). Come la serie si aprì al Royals Stadium il 19 ottobre davanti a oltre 41000 tifosi, Tudor impostò il ritmo con un debutto dominante che costrinse la squadra di casa alla resa per 3-1. Il giorno seguente per Gara 2, il pitcher dei Royals Charlie Leibrandt continuò la sua sfortunata storia nella postseason. L'anno precedente, aveva perso Gara 3 delle ALCS, 1-0, contro i Detroit Tigers, concedendo solo tre valide in un complete game. Aveva pure perso Gara 4 nelle ALCS del 1985 nel nono inning. E ora era aggrappato ai due punti di vantaggio nel nono, quando il manager Dick Howser scelse di non inviare in suo soccorso l'ace Dan Quisenberry per chiudere la partita. Leibrandt vacillò, e con la possibilità di pareggiare la serie, riempì le basi e concesse un doppio a Terry Pendleton che fece segnare tre punti e diede ai Cardinals la vittoria per 4-2. Dopo un giorno di sosta per il trasferimento le Series ripresero al Busch Stadium il 22 ottobre per Gara 3. l Royals tornarono in corsa cavalcando l'ace Bret Saberhagen che li portò alla vittoria, 6-1, contro il vincitore di 20 partite, Joaquín Andújar. Durante la partita il pitcher dei Royals Saberhagen inviò dalla panchina dei messaggi flash attraverso le telecamere televisive a sua moglie incinta, che doveva partorire a giorni. Partorì il 26 ottobre (in Gara 6). Il seconda base dei Royals, Frank White, fece la storia diventando il primo seconda base nella storia delle World Series a battere al posto del clean-up nell'ordine di battuta. White onorò la sua posizione nel lineup battendo un home run da due punti contro Andujar al quinto inning. In Gara 4, un complete game e shutout di John Tudor mise i Cardinals in grado di vincere la loro seconda serie del mondo in quattro anni. Tito Landrum (dentro per l'infortunato Vince Coleman) colpì un fuoricampo solitario contro Bud Black nel secondo e McGee lo imitò nel terzo per portare i Cardinals sul 2 a 0. Più tardi, nel quinto, Tom Nieto con un perfetto squeeze-bunt spinse i Cardinals sul 3-0, che rimase il risultato finale. Il deficit era territorio familiare per i Royals che avevano ribaltato il vantaggio dei Toronto Blue Jay, tre giochi ad uno, nelle American League Championship e Howser e il suo team non erano ancora in preda al panico. I Cardinals avevano previsto di eliminare i loro avversari in Gara 5 e misero il pitcher veterano Bob Forsch contro un molto più giovane e inesperto Danny Jackson. Entrambe le squadre segnarono un singolo punto nel primo inning, ma Kansans City ne aggiunse altri tre nel secondo di cui due dal triplo di Willie Wilson. L'attacco sorprendente dei KC mandò Forsch in doccia, ma il suo rivale rookie continuò per un complete game concedendo cinque valide e assicurandosi la vittoria per 6-1 che li riportava a casa per continuare la serie. In Gara 6 al Royal Stadium il 26 ottobre, andò in scena un duello incredibile tra i due lanciatori Danny Cox e Charlie Leibrandt, lo sfortunato perdente di Gara 2. Il punteggio rimase 0-0 fino all'ottavo, quando Brian Harper colpì un singolo portando a casa Terry Pendleton per dare ai Cardinals il vantaggio e la probabile vittoria di misura. Il gioco fu caratterizzato da polemiche. Nel quarto inning senza punti, Frank White dei Royals sembrava che fosse salvo dopo aver rubato la seconda base, ma fu chiamato out. Il battitore successivo, Pat Sheridan, colpì un singolo a destra. Whitey Herzog mise sul monte il rilievo rookie Todd Worrell per lanciare la nona ripresa. Il primo battitore, Jorge Orta, battè un grounder di routine sul prima base Jack Clark, che tirò a Worrell sul sacchetto per la copertura. Mentre il pitcher dei Cards effettuava la presa della palla Orta doveva ancora toccare il sacco, ma l'arbitro Don Denkinger lo chiamò salvo. In effetti, da ogni possibile replay Orta era out e ne seguì una lunga discussione sul campo. I Cardinals protestarono, ma Denkinger non cambiò la sua chiamata, e il corridore rimase in prima. Nel suo libro "You're Missing A Great Game", Herzog scrisse che col senno di poi avrebbe voluto chiedere al Commissioner Peter Ueberroth, che era presente, di annullare la chiamata e di dichiarare Orta out. Se Uberroth si fosse rifiutato di farlo, Herzog avrebbe ritirato la sua squadra dal campo perdendo la partita. Invece di un out, i Royals ora avevano un corridore in prima mentre si apprestava a battere Steve Balboni. Balboni alzò un pop-up di routine in territorio foul, lungo il box del suggeritore di prima base. Jack Clark che teneva il corridore in prima, tentò di correre verso la probabile caduta della palla, prima di incrociarsi con il ricevitore Porter, che era in difficoltà nell'inseguire la palla che cadde innocua accanto a Clark. Balboni prontamente mise a segno un singolo, e ora c'erano corridori in prima e seconda con zero out. Onix Concepcion entrò come pinch-runner per Balboni. Jim Sundberg mise a terra un bunt per far avanzare i corridori, ma la sua smorzata fu presa da Worrell che tirò in terza per l'out forzato di Orta. Porter poi perse una palla permettendo ai corridori di avanzare di una base. Con la prima base vuota e due corridori in posizione punto, Herzog  scelse di dare la base intenzionale al pinch-hitter dei Royals Hal McRae per ricavare un potenziale doppio gioco. Con le basi cariche e uno fuori, il pinch-hitter Dane Iorg colpì un singolo a destra. Il pinch runner Onix Concepcion segnò il pareggio e Sundberg si avvicinò al piatto per segnare il punto vincente. Il tiro dell'esterno Andy Van Slyke fu precisissimo, ma Porter non fu in grado di toccare Sundberg che scivolò a casa base salvo per il punto della vittoria. Il Royals celebrarono questa straordinaria rimonta e corsero tutti a festeggiare sul piatto di casa base. I Cardinals tornarono nello spogliatoio in attonita incredulità, solo per scoprire che li attendevano le casse di champagne e i lenzuoli di  plastica sopra i loro armadietti per la celebrazione che sarebbe stata rinviata. Denkinger dichiarò che credeva ancora di aver fatto la scelta giusta fino a quando incontrò il Commissioner Peter Ueberroth dopo la partita ed ebbe l'opportunità di vedere il replay. Denkinger era stato designato per essere l'arbitro di capo in Gara 7. La notte dopo essere diventato padre, Bret Saberhagen lanciò un complete game shutout concedendo cinque valide ai Cardinals. I Royals diventarono l'unica squadra di sempre a capovolgere un deficit di tre giochi per due volte nella stessa postseason e vincere le World Series. Essi furono anche la prima squadra a perdere le prime due partite in casa e recuperare per vincere la serie. Saberhagen ottenne tutto il vantaggio di cui aveva bisogno dalla potenza del suo attacco, quando Darryl Motley colpì un fuoricampo a sinistra contro John Tudor nel secondo inning. Tudor fu sostituito nel terzo quando il punteggio era già 5 a 0 a favore dei padroni di casa, e colpì un ventilatore con la mano tagliandosi un dito. Nel lungo quinto inning, i Cardinals vennero completamente staccati. Una successione di cinque lanciatori dei Cardinals concesse sei punti ai Royals. Jeff Lahti portò il peso di questa ripresa, permettendo di segnare quattro punti prima di essere sostituito da Ricky Horton. A Horton non andò meglio perchè durò un solo battitore prima che Herzog lo sostituisse con il volubile Joaquín Andújar, di solito partente, ma chiamato in questa occasione come rilievo. Andújar consentì un singolo RBI a Frank White per aumentare il vantaggio dei Royals a 10-0 prima che le cose diventassero veramente drammatiche. Con il battitore Jim Sundberg al piatto, Andújar per due volte inveì con l'arbitro capo Denkinger in disaccordo con la sua zona di strike. La prima volta, Denkinger chiamò il lancio di Andújar ball, anche se al replay sembrava fosse uno strike. Whitey Herzog uscì dalla panchina per difendere Andújar, e venne espulso dopo aver detto a Denkinger: "Non saremmo nemmeno qui se non avesse perso la chiamata del c...o ieri sera!". Si dice che Denkinger gli abbia risposto: "Beh, se voi ragazzi non stavate battendo .120 in questa World Series, non saremmo qui". Anche il lancio successivo fu chiamato ball, e Denkinger espulse Andújar dopo aver frainteso un gesto del ricevitore Tom Nieto. Andújar ancora una volta perse la calma e caricò Denkinger, e ci svollero tre compagni di squadra per trattenerlo e portarlo fuori dal campo. Andújar fu sospeso per il suo sfogo per le prime dieci partite della stagione 1986. Anche se si disse che Herzog avesse messo Andújar specificamente come esca per far saltare Denkinger, Herzog stesso disse più volte che Andújar era l'unico lanciatore che aveva ancora qualcosa nel braccio. I Royals diventarono la prima squadra di sempre a vincere le World Series dopo aver perso Gara 1 e 2 in casa. L'anno successivo i New York Mets avrebbero compiuto la stessa impresa sconfiggendo i Boston Red Sox in sette partite. Dieci anni più tardi, i New York Yankees persero le prime due partite in casa contro gli Atlanta Braves, campioni delle World Series del 1995, e vinsero le successive quattro per vincere le World Series del 1996. I Royals furono anche i sesti e (finora) l'ultima squadra a tornare da un deficit di tre giochi ad uno e vincere le World Series, gli altri furono: Boston Red Sox del 1903; Pittsburgh Pirates del 1925; New York Yankees del 1958; Detroit Tigers del 1968; Pittsburgh Pirates del 1979. Sorprendentemente, i Royals dell'85 erano già tornati da un deficit di tre giochi ad uno per vincere l'American League Championship Series contro i Toronto Blue Jays. La media battuta di .188 dei Cardinals fu la più bassa per una serie di sette partite delle World Series fino a quando i New York Yankees colpirono .183 nelle World Series del 2001 contro gli Arizona Diamondbacks. I Cardinals segnarono solo tredici punti - il numero più basso di tutti i tempi per una serie di sette partite - segnando solo un punto negli ultimi 26 innings della serie. Se avessero vinto in Gara 6, sarebbero ancora stati battuti nella serie 15-13. Bret Saberhagen era al suo solo secondo anno in major league e vinse due partite. Entrambe furono complete game, e una fu una shutout, guadagnandosi meritatamente il Most Valuable Player Award.

Il programma delle World Series del 1985

Don Denkinger guarda l'arrivo di Jorge Orta in prima al nono innning di Gara 6

La chiamata safe dell'arrivo di Jorge Orta

Il lanciatore dei Cards, Todd Worrell, protesta sulla chiamata di Don Denkinger in prima base.

La scivolata a casa base di Jim Sundberg per segnare il punto della vittoria in Gara 6 mentre il catcher dei Cardinals Darrell Porter tenta la toccata

Dane Iorg festeggiato dai compagni dopo aver battuto il singolo che portò alla vittoria i Royals in Gara 6, per 2 a 1

Le proteste di Joaquín Andújar in Gara 7 con l'arbitro Don Denkinger

Joaquín Andújar in Gara 7 viene trattenuto dai suoi compagni di squadra per impedirgli di venire a contatto con l'arbitro Don Denkinger

Bret Saberhagen abbracciato da George Brett dopo l'ultimo out in gara 7

La gioia dei Royals dopo la vittoria in Gara 7

La festa nella clubhouse dei Royals dopo la vittoria delle World Series del 1985

 

I Boston Red Sox ritornavano finalmente al Fall Classic dopo una pausa di undici anni ed erano decisi a liberarsi una volta per tutte della "Curse of the Bambino". Anche se i "Beantown Bombers" erano apparsi in nove gare nelle precedenti World Series (vincendone cinque), il loro ultimo titolo del Fall Classic era arrivato 68 anni prima (nel 1918), quando il pitcher Babe Ruth aveva vinto due  gare contro i Chicago Cubs. Questa volta c'era Roger Clemens sul monte e Rocket aveva appena completato una spettacolare stagione in cui aveva realizzato un record di 24-4, e stabilito il nuovo record della Major League con venti strikeouts in una partita. I New York Mets stavano facendo la loro terza apparizione alle World Series (avevano vinto l'ultima nel 1969). I Mets vantavano anche loro un lanciatore stellare Dwight Gooden, che aveva dominato la National League come aveva fatto Clemens nell'American League. Diversi giornalisti sportivi erano eccitati all'imminente resa dei conti sul monte, e molti convennero che ci sarebbe stato un "regolamento di conti" all'orizzonte. I New York Mets avevano terminato la regular season con un record di 108-54, vincendo la National League Division East sui rivali Philadelphia Phillies distaccandoli di 21 partite e ½. Vinsero poi una tirata National League Championship Series, quattro gare a due, contro gli Houston Astros, aggiudicandosi la serie dopo sedici inning in Gara 6. Il talento della squadra era stato condizionato dalle controversie durante gran parte della stagione, con i giocatori litigiosi sia dentro che fuori dal campo. Il 19 luglio 1986, l'interno Tim Teufel e i lanciatori Rick Aguilera, Bobby Ojeda e Ron Darling erano stati arrestati dopo aver fatto a pugni con dei poliziotti fuori da un bar a Houston. Appena tre giorni dopo, giocarono una bella partita che diventò il microcosmo della loro stagione quando due Mets furono espulsi dopo una rissa in campo. Il 22 luglio, i Mets con tre espulsi nella partita per una rissa (Charles Knight, Kevin Mitchell e Mario Soto) contro i Reds, dovettero mettere il catcher partente Gary Carter in terza base, e un lanciatore andò all'esterno, con il mancino Jesse Orosco e il destro Roger McDowell che si alternarono sul monte e all'esterno. Nonostante le avversità, vinsero la partita al quattordicesimo inning su un fuoricampo da tre punti di Howard Johnson. L'ex MVP della NL George Foster fu rilasciato pochi giorni dopo la partita, cessione dovuta in parte al suo rifiuto di lasciare la panchina dei Mets durante la rissa. I Red Sox andarono 95-66 durante la stagione, vincendo l'American League Division East con 5 partite e ½ davanti alla loro più grande nemesi, i New York Yankees, e questa era la prima volta che gli Yankees arrivavano secondi in classifica dietro di loro. I grintosi giocatori Marty Barrett, ALCS MVP del 1986, e Rich Gedman, le giocate decisive dei veterani Jim Rice, Wade Boggs, Don Baylor, Dwight Evans e Dave Henderson, e la qualità dei lanciatori partenti, in particolare il vincitore dell'MVP dell'American League e del Cy Young Award del 1986, Roger Clemens, Bruce Hurst e Oil Can Boyd, avevano spinto i Red Sox alle World Series. Il momento determinante del team si verificò in gara 5 delle American League Championship Series contro i California Angels. Con gli Angels avanti tre giochi ad uno nella serie, al meglio delle sette, e il loro top rilievo Donnie Moore sul monte, i Sox ebbero bisogno di un miracoloso fuoricampo eseguito da Henderson per sopravvivere in Gara 5; ma poi caricarono le basi e ottennero il via libera con una volata di sacrificio di Henderson contro Moore all'undicesimo. Gli Angels non si ripresero mai da questo colpo, con i Boston che approfittarono di alcuni errori difensivi degli Angels, e grazie alle giocate spettacolari di alcuni dei loro giocatori di grande nome (vale a dire Rice e Clemens nella partita decisiva), i Red Sox conquistarono il pennant alla settima partita. Gara 1 venne giocata il 18 ottobre allo Shea Stadium di New York davanti a 55076 spettatori. Nella gara di apertura, il pitcher Bruce Hurst dei Boston abbagliò il newyorkesi con la sua curva avvolgente e la forkball, concedendo solo quattro valide in otto innings. Il pitcher di New York, Ron Darling, fu ugualmente efficace, consentendo solo un punto non guadagnato nel settimo inning, quando il seconda base dei Mets Tim Teufel commise un errore stranamente simile a quello commesso da Felix Millan in Gara 1 delle World Series del 1973 che concesse due punti non guadagnati nella vittoria di Oakland, per 2-1, sui Mets. Proprio come era successo nelle League Championship Series contro Houston, i Mets avevano iniziato la serie con una sconfitta per 1-0 (La leggenda dei Mets Tom Seaver, ora membro dei Red Sox, ottenne una grande standing ovation da parte dei tifosi dello Shea Stadium durante le presentazioni di Gara 1. Seaver non potè lanciare nella serie a causa di un infortunio). Gara 2 venne giocata il giorno successivo e i Mets volevano pareggiare il conto. Dopo aver ceduto di misura la gara inaugurale, i Mets si rivolsero al giovane fenomeno Dwight Gooden in quanto pensavano che sarebbe stato il classico match contro il giovane sensazionale pitcher dei Boston, Roger Clemens. Quel duello non si materializzò mai, perchè Gooden venne bombardato da sei punti con otto valide in cinque inning, e Clemens fu tolto prima di completare i cinque inning non guadagnando così la vittoria. I Red Sox misero al tappeto anche gli altri quattro pitcher che rilevarono Gooden (Rick Aguilera, Jesse Orosco, Sid Fernandez e Doug Sisk) per la vittoria di 9-3 che fu caratterizzata dai fuoricampo di Dave Henderson e Dwight Evans. Lo spettacolo riprese dopo il canonico giorno di trasferimento al Fenway Park di Boston. Il 21 ottobre si giocò Gara 3 davanti a 33595 fans. I Mets si ripresero dal loro lento inizio delle serie nella parte superiore del primo inning, quando Lenny Dykstra da leadoff colpì un home run per segnare il primo dei quattro punti dei Mets nell'inning. Dopo l'inizio difficile, il partente dei Red Sox Oil Can Boyd si stabilizzò, ma Bob Ojeda lanciò bene e Boston non riuscì a recuperare il deficit iniziale. Nella sua prima at-bat nelle World Series, Don Baylor fece quasi fuoricampo nel secondo inning ma si rivelò essere un doppio contro il Green Monster. Boyd riuscì a tenere a bada le marcature per altri cinque innings, ma inciampò nuovamente nel settimo e i Mets segnarono altri tre punti, battendo tredici hit, per il 7-1 definitivo. Mercoledì 22 ottobre si giocò Gara 4. Gary Carter colpì due fuoricampo sopra il Green Monster e Ron Darling (che era cresciuto vicino a Boston), continuò la sua prestazione magistrale nella postseason con sette inning shutout, nonostante avesse concesso sei basi su ball in sette innings, trascinando i Mets alla vittoria per 6 a 2 e livellare la serie con due partite a testa. I Red Sox avevano il compito di portare a casa la partita tra le mura amiche prima di iniziare il definitivo trasferimento a New York. In Gara 5, l'ace dei Mets Dwight Gooden, ancora una volta lottò, concedendo questa volta quattro punti con nove valide in soli quattro innings. Nonostante lo sforzo incredibile del rilievo Sid Fernandez, Bruce Hurst fu ancora dominante, concedendo dieci valide e solo due punti in un complete game vincente, 4 a 2, per dare il vantaggio sperato di 3-2 a Boston e tornare a New York in vantaggio. Sabato 24 ottobre allo Shea Stadium andò in scena Gara 6. Boston prese un rapido 2-0 sulle valide RBI di Dwight Evans e Marty Barrett. I Mets pareggiarono nel quinto inning su un singolo di Ray Knight e il punto segnato dallo stesso in un doppio gioco battuto da Danny Heep. Un errore di Knight portò a punto Barrett nel settimo per dare il vantaggio di 3-2 a Boston. Nella parte alta dell'ottavo, i Red Sox avevano Dave Henderson in seconda con un out. Il manager John McNamara inserì il rookie Mike Greenwell come pinch-hitter per Roger Clemens, un battitore mancino, contro il dominante rilievo corto dei Mets Roger McDowell, anche se aveva seduto in panchina lo slugger destro Don Baylor; Greenwell andò strikeout e i Sox non segnarono nessun punto nell'inning. I Mets pareggiarono la partita su una volata di sacrificio di Gary Carter nella parte inferiore dell'inning. Nessuna delle due squadre fu in grado di segnare nel nono e il gioco andò agli extra inning. Henderson leadoff nel decimo inning per i Red Sox colpì un home run contro Rick Aguilera per dare il vantaggio 4-3 a Boston. Aguilera ottenne due strikeout a seguire, ma Wade Boggs battè un doppio e poi Barrett mise a segno un singolo per dare un rassicurante punto e mettere la palla nelle mani di Calvin Schiraldi nel fondo del decimo con la possibilità per i Red Sox di vincere le prime World Series dopo 68 anni. Dopo aver eliminato al volo Wally Backman e Keith Hernandez, ai Red Sox mancava un out quando Carter arrivò al piatto come ultima speranza per i Mets. Quello che seguì è ancora oggi considerata da molti come una delle più grandi rimonte nella storia del baseball. Carter lavorò sul conteggio di 2-1 prima di colpire un singolo. Normalmente, questo sarebbe stato il posto di Darryl Strawberry nell'ordine, ma era stato sostituito dal cambio con il pitcher Aguilera e Kevin Mitchell, che si era già diretto verso la clubhouse per prenotare un volo di rientro, venne richiamato per entrare come pinch-hitter per il lanciatore. Kevin sparò un singolo e Carter andò in seconda, e poi Schiraldi andò sul conteggio di 0-2 contro Knight ma questi inaspettatamente colpì un altro singolo e Carter segnò e mise Mitchell a 90 piedi (27 m) dal segnare il pareggio. Boston era ancora in testa 5-4, ma con un affaticato Schiraldi, entrato nell'ottavo inning, ancora sul monte di lancio, McNamara decise di sostituirlo con Bob Stanley, il closer, per tentare di eliminare Mookie Wilson per l'out finale. Il settimo lancio di Stanley su Wilson, con il conteggio di 2-2, rimase troppo all'interno e nulla potè fare il catcher Rich Gedman per fermare il lancio pazzo, che finì a terra e consentì a Mitchell di segnare dalla terza base, per il pareggio. Knight andò fino alla seconda base sul lancio pazzo. Con il conteggio di 3-2, Wilson colpì in foul l'ottavo e il nono lancio di Stanley. Nel frattempo, Ray Knight si era allontanato dalla seconda base quando lo shortstop di Boston Spike Owen arrivò dietro di lui. Se Stanley si fosse voltato in seconda, avrebbe potuto facilmente eliminare Knight. Wilson fece un passo indietro con il conteggio pieno e il corridore in posizione punto. Sul decimo lancio, Wilson colpì una rimbalzante sul terreno, lungo la linea di prima base che sembrava essere prendibile dal prima base dei Boston Bill Buckner. Wilson uscì rapido dal box, la palla passò in mezzo alle gambe di Buckner, che stava giocando con due caviglie malconce. La palla lambì il suo guanto e si aprì lentamente verso destra. Knight si mise le mani sul casco mentre saltava sul piatto di casa per vincere la partita in una storica immagine di una delle rimonte più famose nella storia delle World Series (L'ironia è che, nel corso dei playoff, quando i Red Sox erano in vantaggio negli ultimi inning, Buckner di solito veniva sostituito da Dave Stapleton per motivi difensivi. Questa volta, il manager dei Red Sox John McNamara lasciò Buckner in partita, forse perché potesse essere in campo per l'out finale, se i Red Sox avessero vinto). Vin Scully che commentava per la televisione NBC disse: "Se una foto vale più di mille parole, avete visto circa un milione di parole, ma più di questo, avete visto un finale assolutamente bizzarro in Gara 6 della World Seriers del 1986. I Mets non sono solo vivi, stanno bene, e si giocheranno i Red Sox nella Gara 7 di domani!". Bruce Hurst era stato scelto per essere nominato MVP delle World Series alcuni minuti prima del ritorno dei Mets. Il premio fu poi assegnato, dopo Gara 7, a Knight. Nel 2011, la MLB Network classificò questa Gara come la terza più grande partita degli ultimi cinquant'anni. La pioggia rinviò Gara 7 dal 26 ottobre al 27 ottobre, costringendo alcuni aggiustamenti per entrambe le squadre. Per i Mets, che avevano impiegato tre lanciatori nella rotazione per le Series, questa pausa permise a Ron Darling di avere un ulteriore giorno di riposo dato che era previsto che fosse il partente. Per i Red Sox, Oil Can Boyd era il previsto starter per Gara 7. La sua non esaltante performance in Gara 3 dove aveva concesso sei punti e il giorno inatteso di pausa diede a John McNamara una seconda opzione e scelse di usarla. Bruce Hurst che non aveva dato molte chances ai Mets, tornò dopo tre giorni di riposo con la possibilità di vincere la sua terza partita delle Series. Boston colpì molto presto Darling, inanellando tre punti nel secondo inning. Dwight Evans e Rich Gedman colpirono back to back due fuoricampo e con due out, Wade Boggs mise a segno un singolo che spinse Dave Henderson a punto per il 3-0 dei Red Sox. Darling non lanciò così bene come aveva fatto in precedenza nelle Series e venne sostituito nel quarto inning con due out e un corridore in posizione punto. Sid Fernandez concesse la base su ball a Boggs, ed eliminò Marty Barrett su una palla al volo sull'esterno destro. Fernandez chiuse anche il quinto e il sesto inning. Ancora in ritardo, 3-0, e con una sola valida, le mazze di New York si risvegliarono nella parte bassa del sesto contro Hurst. Dopo aver registrato il primo out, Lee Mazzilli e Mookie Wilson siglarono back to back due valide e Tim Teufel ricevette una base su ball per caricare le basi. Keith Hernandez colpì un singolo per portare a punto Mazzilli e Wilson, e Gary Carter con un groundout RBI pareggiò la partita. Hurst venne sostituito dopo l'inning. Dopo che Roger McDowell eliminò tre Red Sox in successione al settimo, i Mets tornarono alla carica contro il lanciatore perdente di Gara 6, Calvin Schiraldi. Il leadoff Ray Knight colpì un home run da solista, il primo della squadra di casa in questa serie, e il pinch hitter Lenny Dykstra lo seguì con un singolo e avanzò in seconda su un lancio pazzo. Dykstra andò a puntò sulla valida di Rafael Santana per portare il punteggio a 5-3, e dopo che McDowell ebbe effettuato un bunt di sacrificio per spostare Santana in seconda base, McNamara sostituì Schiraldi con Joe Sambito. Dopo aver concesso a Wilson la base intenzionale, diede anche a Wally Backman la base, e una volata di sacrificio di Hernandez diede ai Mets il vantaggio di tre punti alla fine della settima ripresa. Boston non aveva più colpito una valida dal terzo inning e nessuno aveva ricevuto una base dal quarto, quando tornarono a battere nella parte alta dell'ottavo inning. Con tre valide in successione segnarono due volte per accorciare di nuovo lo svantaggio a un punto. Dopo i singoli di Bill Buckner e di Jim Rice all'inizio dell'inning, Evans colpì un doppio che portò entrambi i corridori a punto. Questo mandò in doccia McDowell, e Jesse Orosco prese il suo posto. I Red Sox non segnarono più e Orosco eliminò Gedman, Henderson e Don Baylor per porre fine alla minaccia. Con Al Nipper che ora lanciava per i Red Sox, New York spinse sull'acceleratore. Darryl Strawberry esordì da leadoff con un home run, e Knight lo seguì con un singolo. Dopo il groundout di Dykstra, Santana ricevette la base intenzionale per forzare il gioco. Orosco battè un singolo e Knight segnò l'8 a 5 per i Mets. Boston non potè fare nulla nella parte alta del nono e Orosco eliminò al piatto Barrett per terminare la partita e gioire per il titolo conquistato dai Mets. La perdita straziante in Gara 6 rimane ancora come il secondo giorno più buio nella storia di Beantown. Il primo, naturalmente, fu la "certain trade" (l'inevitale scambio) che perseguitava i fedeli di Boston per oltre otto decenni. Il terza base Ray Knight dei New York Mets, che aveva giocato in tutte le sette partite ed aveva battuto con una media di .391, venne incoronato MVP delle World Series del 1986. Dopo aver eliminato Barrett, Orosco consegnò alla storia una delle immagini più memorabili di quelle World Series, che sarebbe diventato un'immagine iconica dei Mets e dei loro fans: lanciò il suo guanto in aria e subito cadde in ginocchio mentre il catcher Gary Carter corrreva verso il monte per abbracciarlo. La foto fu scattata dal fotografo George Kalinsky dei Mets. Per molti anni, questa fu la scena finale durante i titoli di coda del notiziario della MLB, This Week in Baseball. Queste erano le seconde World Series dei Mets, e la loro prima dal 1969. Per la città di New York, questo era il loro primo titolo delle World Series ed il loro primo titolo negli sport professionistici in quanto gli Yankees avevano vinto l'ultimo nel 1978. Per l'area metropolitana di New York, questo era il loro primo titolo negli sport professionistici da quando i New York Islanders avevano vinto la Stanley Cup Finals nel 1983. I New York Giants della NFL avrebbero seguito il trionfo delle World Series dei Mets  vincendo il Super Bowl XXI alla conclusione della stagione NFL 1986.

"La gente ricorda sempre l'ultima cosa che è successa. Non ricordano le altre parti del gioco, che abbiamo lasciato quattordici uomini in base" – Bob Stanley, pitcher dei Boston Red Sox, su Gara 6

Il programma delle World Series del 1986

Gara 4, Gary Carter mentre batte uno dei due fuoricampo

Il rally cap della panchina del Mets nella postseason

Gara 6, i Mets scaramantici esorcizzano lo svantaggio iniziale

Gara 6, Mookie Wilson batte verso la prima base e sull'errore di Bill Buckner entrerà il punto della vittoria dei Mets

Gara 6, (nelle due foto) l'errore di Bill Buckner sulla battuta di Mookie Wilson

Gara 6, Ray Knight segna il punto vincente abbracciato dai suoi compagni

Gara 7, Ray Knight esulta dopo il fuoriocampo che porta i Mets avanti 4 a 3

Gara 7, il catcher Gary Carter elimina Jim Rice a casa base

Gara 7, la foto simbolo di Jesse Orosco dopo l'ultimo strikeout

Gara 7, (nelle due foto) la gioia dei Mets dopo l'ultimo out

Lenny Dykstra festeggia con Rick Aguilera, Bob Ojeda e Dwight Gooden, dopo aver vinto gara 7 e le World Series

Mentre i Mets celebravano la vittoria, la panchina dei Red Sox è attonita ed è palpabile sul viso di Wade Boggs del resto della squadra

Keith Hernandez, a sinistra, e Gary Carter tengono il trofeo della World Series davanti al City Hall, con il governatore Mario Cuomo, all'estrema sinistra, che applaude

Il terza base Ray Knight, MVP delle World Series, saluta la folla durante la sfilata a New York

 

Le Series del 1987 furono notevoli sotto vari aspetti: perché furono le prime partite delle World Series giocate in uno stadio coperto (Hubert H. Humphrey Metrodome); Gara 7 iniziò prima del prime time negli Stati Uniti orientali; le prime World Series in cui furono vinte tutte le partite dalla squadra di casa. I Twins del 1987 stabilirono il record per la peggiore stagione regolare, vittorie/sconfitte, di qualsiasi squadra che poi vinse le World Championship Series (85-77, .525). Questo record resistette fino al 2006 quando gli stessi Cardinals, che vinsero le World Series realizzarono un record di 83-78 (.516). Oltre alla realizzazione del peggiore record della peggior stagione regolare di sempre nella percentuale vittorie per un vincitore delle World Series e i primi ad accogliere le World Series al coperto, i Twins del 1987 furono la prima squadra di sempre ad entrare nelle World Series ed essere più o meno mediocri in quasi ogni categoria delle statistiche della major. Come disse il commentatore play-by-play della ABC, Al Michaels, nel pre-game show di Gara 1: "Erano fuori in tutto!". I Cardinals realizzarono un record di 95-67 durante la regular season, ma furono colpiti dagli infortuni in tutta la postseason, in particolare con la perdita del loro fuoricampista, il prima base Jack Clark, a causa di una distorsione alla caviglia destra subita in una partita a Montreal il 9 settembre. Durante la stagione regolare, Clark guidò la National League sia su base percentuale che nella percentuale slugging nonostante avesse giocato al Busch Memorial Stadium, che era considerato il "parco dei lanciatori" più estremo della league. Aveva colpito 35 fuoricampo in 131 partite, ed era l'unico dei Cardinals ad averne battuti più di 12. Di questa cerchia c'era il terza base titolare Terry Pendleton, e anche se presente nel roster delle World Series, fu menomato da un infortunio al torace. Normalmente switch-hitter, Pendleton fu il solo mancino in grado di battere e di giocare in difesa durante le World Series. I Cardinals sostituirono Clark nel proprio roster delle World Series con il trentaseienne Dan Driessen, che era stato un prima base titolare della major league dal 1977 al 1985, ma che venne rilasciato da due diverse franchigie nel 1986. Driessen aveva firmato un contratto di minor league il 9 giugno con i Cardinals che lo chiamarono nelle major il 1° di settembre. Gara 1 delle World Series andò in scena nel rumoroso ed esaurito (55171spettatori) Metrodome di Minneapolis il 17 ottobre. Il rumore della folla al Metrodome poteva superare i 110 decibel, che corrisponde circa ad un aereo a reazione quando decolla. Il gioco dei Cardinals fu contraddistinto da numerosi errori dovuti alla velocità dell'AstroTurf (terreno sintetico) e dal tetto bianco. Il gioco aggressivo dei Twins non aiutò di certo i Cards, e la partita terminò con uno scoppiettante 10-1 per i padroni di casa. Il partente lanciatore Frankie "Sweet Music" Viola mise facilmente a tacere l'attacco dei Cards. Dan Gladden colpì un grand slam per contribuire ai sette punti nel quarto inning e Steve Lombardozzi ne aggiunse altri due con il suo fuoricampo al quinto. Frank Viola doveva essere il testimone al matrimonio di suo fratello, ma rinunciò quando i Twins raggiunsero le World Series, poichè la celebrazione cadeva la notte stessa di Gara 1 in cui era programmato che lanciasse. La ABC mostrò le clip del matrimonio durante tutta la trasmissione della partita. Il giorno dopo, domenica 18 ottobre, venne giocata Gara 2. Nonostante avessero migliorato il loro gioco, i Cardinals non furono in grado di tenere testa all'attacco dei Twins e di nuovo rimasero indietro 7-0 prima di iniziare a recuperare. Il totale di nove valide dei Cards fu poca cosa contro la potenza delle mazze dei Twins, mettendo a segno solo un doppio contro i tre doppi e i due fuoricampo battuti dai Minnesota. I Twins ruppero gli indugi nel quarto, segnando sei punti e cacciando dalla partita il partente Danny Cox. Risultato finale: 8-4. Randy Bush e Tim Laudner misero a segno ciascuno due RBI nel quarto inning. Dopo un giorno per lo spostamento a St. Louis, ricominciavano le Series con i Twins avanti 2 a 0. Il ritorno a casa dei Cardinals fu rigenerante e sulle sponde del Mississippi e all'aria aperta del Busch Stadium iniziò Gara 3 davanti a 55347 tifosi. Ci fu un duello teso che durò sette inning tra i due partenti Les Straker, dei Twins, e John Tudor dei Cardinals. Les Straker fu il primo venezuelano a lanciare nelle World Series. Dopo cinque innings scoreless per entrambe le squadre, i Twins sfondarono l'equilibrio nella parte alta del sesto inning. Tom Brunansky con un singolo RBI portò in vantaggio gli ospiti. Ma, in fondo al settimo Juan Berenguer, entrato come rilievo per Straker, si arrese a due singoli back-to-back di Jose Oquendo e Tony Pena. Terry Pendleton con un sacrificio portò i corridori in seconda e terza, e Vince Coleman colpì un doppio per portare i Cards in vantaggio 2-1. Ozzie Smith subito dopo battè un singolo e Coleman potè segnare il punto finale. Il pitcher dei Cardinals, entrato al posto di Tudor, Todd Worrell chiuse l'incontro senza concedere punti ai Twins per la prima vittoria della squadra di casa nelle Series. Il 21 ottobre si giocò Gara 4 e Tom Lawless colpì un fuoricampo da tre punti contro Viola (il suo solo secondo homer in Major League dopo essere andato 2 su 25 durante la regular season) nel quarto inning. Questo colpo durissimo mandò Viola sotto la doccia dopo aver concesso cinque punti guadagnati. La partita terminò con la vittoria dei Cardinals per 7 a 2. Appena prima di Gara 4, Reggie Jackson, che lavorava come reporter sul campo per la ABC, ammise di non sapere chi fosse Tom Lawless, la stella di Gara 4. Martedì 22 ottobre al Bush Stadium venne giocata Gara 5 con le due formazioni in parità. Gara 5 fu una partita molto più chiusa, ma alla fine i Cardinals uscirono vittoriosi, con un punteggio di 4-2. Con il risultato sullo 0 a 0, Curt Ford colpì un singolo per i primi due punti nel sesto, rompendo il duello scoreless tra i lanciatori Danny Cox e Bert Blyleven. Alla fine del settimo, i Cards avevano aumentato il loro vantaggio, 4-0. I Twins segnarono due punti nell'ottavo sul triplo di Gary Gaetti contro il rilievo appena entrato Todd Worrell che poi non concesse più nulla e chiuse l'incontro. I Cardinals rubarono cinque basi, il massimo per una squadra dai Chicago Cubs del 1907. Le Series ritornarono al Metrodome con i Twins di fronte all'eliminazione (la stessa posizione in cui si troveranno ancora quattro anni dopo contro gli Atlanta Braves). La ABC diede il permesso di giocare la partita alle 4 pm ET di sabato pomeriggio - la sola partita delle Series giocata di giorno e l'ultima delle World Series fino ad oggi (anche se giocando nel Metrodome c'era lo stesso l'illuminazione artificiale). I Cardinals risposero con il sangue contro il partente dei Twins, Les Straker, segnando subito il primo punto grazie al solitario fuoricampo di Tommy Herr. I Twins contrattaccarono segnandone due nella loro metà del primo inning sui singoli RBI di Kirby Puckett e Don Baylor. I Cards rapidamente pareggiarono al secondo con il singolo RBI di Jose Oquendo. Nel quarto, i Cards costrinsero il manager dei Twins Tom Kelly a sostituire Straker quando Dan Driessen colpì un doppio a destra e andò in terza su un singolo di Willie McGee. McGee andò in seconda sul tiro a casa dell'esterno centro Dan Gladden. Terry Pendleton con il suo singolo spinse a casa Driessen mentre Oquendo con una volata di sacrificio li portò in vantaggio 4-2. Venne segnato un altro punto dagli ospiti nel quinto, quando il mancino Dan Schatzeder diede la base a Ozzie Smith. Smith andò in seconda su un groundout, in terza su un flyout e segnò su un altro singolo di McGee. Ma, nella parte inferiore del quinto, i Twins cominciarono a riguadagnare contro John Tudor. Puckett colpì un singolo e segnò sul doppio di Gary Gaetti. Approfittando dell'uso del battitore designato nel loro ballpark, i Twins poi pareggiarono con un lunghissimo home run del loro DH, Don Baylor. Subito dopo Tom Brunansky colpì un singolo, e i Twins presero il comando grazie alla valida di Steve Lombardozzi che lo spinse a casa con due out. I Twins poi allungarono nel sesto. Greg Gagne colpì un singolo e Puckett ebbe la base su ball. Una palla mancata da Tony Pena portò avanti i corridori. Con la prima base libera e uno fuori, il veterano dei Cards, Bob Forsch, diede la base intenzionale a Baylor per caricare le basi. Dopo che Brunansky fu eliminato su un pop dall'interbase dei Cards, il mancino Ken Dayley entrò ad affrontare il battitore mancino Kent Hrbek. Hrbek finalmente ruppe la sua crisi in battuta e colpì un grand slam e sostanzialmente mise fuori gioco il tentativo dei Cards di rimontare. Brunansky guidò il punto finale nell'ottavo e i Twins avevano scongiurato la sconfitta. La partita terminò 11 a 5 per Minnesota. Gara 7 fu la 500a partita delle World Series e costrinse l'organizzazione a spostare la programmata partita della National Football League tra i Denver Broncos ed i Minnesota Vikings alla sera dopo (anche sulla ABC). Joe Magrane dei St. Louis Cardinals diventò il sesto lanciatore rookie ad iniziare la settima partita di una World Series. Egli è anche l'unico lanciatore nella storia delle World Series ad iniziare Gara 1 e 7. Nel secondo inning, i Cardinals sembrarono pronti a mandare Frank Viola in doccia anticipata. Tre consecutivi singoli di Jim Lindeman, Willie McGee e di Tony Pena portarono il primo punto. Viola eliminò i successivi due battitori, ma poi Steve Lake con il suo singolo portò a punto McGee per il vantaggio di 2-0. Viola si riprese e da quel momento realizzò una straordinaria performance concedendo solo due valide in più e nessun punto in otto grandi innings. I Twins recuperarono nella loro metà del secondo inning con il singolo RBI di Steve Lombardozzi, ma non prima che una chiamata sbagliata a casa base dell'arbitro Dave Phillips costasse ai Twins un punto. Il DH dei Twins Don Baylor ottenne la base sull'hit-by-pitch di Magrane come leadoff dell'inning e Tom Brunansky con il suo singolo lo portò in seconda. Con un out, Tim Laudner colpì una valida a sinistra e Baylor venne eliminato a casa dall'assistenza di Vince Coleman, ma i replay mostrarono chiaramente che Baylor era salvo. Lombardozzi poi spinse a casa Brunansky. Nel quinto, i Twins pareggiarono quando Greg Gagne raggiunse la base su un singolo interno e segnò sul doppio di Kirby Puckett. Tra l'altro il replay dell'arrivo in prima di Gagne dimostrò che sarebbe stato out, in tal modo questo episodio bilanciò il punto perso dai Twins sulla chiamata contro Baylor al piatto. I Twins sembravano sul punto di prendere il comando quando Gary Gaetti ricevette la base su ball. Ma Puckett fu eliminato nel tentativo di rubare la terza in seguito al quarto ball su Gaetti. La palla che era un lancio pazzo venne deviata dalla maschera dell'arbitro di casa base e fu prontamente recuperata dal ricevitore per l'assistenza in terza. Baylor seguì con un singolo a sinistra, ma Coleman eliminò Gaetti al piatto in una collisione violenta con Lake. Coleman diventò il primo outfielder ad eliminare due corridori al piatto in una partita delle World Series. Il sesto inning si rivelò controverso. Nella parte alta del sesto, Tom Herr fu eliminato su pickoff in prima base, e protestò vivacemente. Nella terza chiamata sbagliata della partita, il replay mostrò che Herr era salvo. La visione dell'umpire Lee Weyer fu coperta da Kent Hrbek che, secondo i commentatori televisivi, non solo effettuò la toccata in ritardo, ma avrebbe dovuto essere penalizzato per ostruzione mentre se ne stava sul percorso durante il rientro in prima di Herr senza essere in possesso della palla. Se questa chiamata fosse stata corretta, Herr non sarebbe stato solo salvo, ma si sarebbe aggiudicato anche la seconda base, e i Cardinals avrebbero avuto un corridore in seconda con un out. Come successe i Cardinals non segnarono punti. I Twins poi presero il comando nella parte inferiore del sesto, contro Danny Cox, che aveva rilevato Magrane nell'inning precedente. Cox concesse la base ai primi due battitori Brunansky e Hrbek e fu sostituito da Todd Worrell. Quando Cox se ne stava andando, ebbe una discussione al piatto con l'arbitro di casa base Dave Phillips e venne espulso. Dopo aver eliminato il primo battitore affrontato, Worrell diede la base al pinch-hitter Roy Smalley per caricare le basi ma con due out concesse un RBI singolo a Gagne. Il punto finale dei Twins arrivò all'ottavo su un doppio RBI di Dan Gladden. Il closer Jeff Reardon chiuse il nono per dare la prima vittoria delle World Series a Minnesota. Il manager  dei Twins Tom Kelly divenne il più giovane skipper non giocatore a vincere le World Series da John McGraw nel 1905. Anche se Steve Carlton non era nel roster dei playoff dei Twins, partecipò all'incontro della squadra per le congratulazioni con il presidente Reagan alla Casa Bianca. Quando venne pubblicata la rituale foto con il presidente, i giornali locali elencarono tutti i nomi dei Minnesota Twins. L'unico che non fu elencato (ma semplicemente identificato come un agente dei servizi segreti) era un uomo alto, che indossa occhiali da sole scuri nella parte posteriore del gruppo. L'uomo in questione era Carlton. Nelle World Series del 1987 erano presenti almeno due giocatori che vinsero il Manager of the Year awards. Don Baylor dei Twins vinse nel 1995 per il suo lavoro con i Colorado Rockies, mentre Tony Peña dei Cardinals lo vinse nel 2003 per il suo lavoro con i Kansas City Royals. Le World Series del 1987 furono le prime vinte dai Twins dal 1924, quando la squadra si trovava a Washington, DC, ed era conosciuta come Washington Senators. Il trionfo nelle World Serie dei Twins fu il primo titolo per una franchigia professionista sportiva dell'area metropolitana di Minneapolis - St. Paul e nello stato del Minnesota, da quando i Minneapolis Lakers vinsero le finali NBA del 1954. Durante quel lungo periodo di siccità, i Minnesota Vikings della NFL parteciparono ai Super Bowl IV, VIII, IX e XI nel 1969, 1973, 1974 e 1976, ma li persero ogni volta.

Il programma delle World Series del 1987

Gara 3 - Il rilievo Juan Berenguer entrato al settimo inning, in sostituzione di Les Straker sul risultato di 1-0 per i Twins, sconsolato lascia il campo dopo aver concesso tre punti con quattro valide nella sconfitta per 3 a 1

Gara 6 - Tom Brunansky chiamato salvo dall'arbtro Terry Tata a casa base nel quinto inning. Il compagno di squadra Dan Gladden (# 32) mima il safe mentre il cather Tony Pena è di spalle dopo il tentativo di toccata

Gara 7 - L'arrivo a casa base di Don Baylor chiamato out dall'arbitro Dave Phillips

Gara 7 - Un'altra prospettiva dell'arrivo a casa base di Don Baylor

Gara 7 - La protesta di Tom Herr con l'arbitro Lee Weyer per la chiamata out nel pickoff in prima

Gara 7 - La gioia incontenibile del pitcher vincente Frank Viola dopo la vittoria

Gara 7 - La gioia dei Twins dopo l'ultimo out

Gara 7 - Gary Gaetti salta addosso al closer Jeff Reardon e al catcher Tim Laudner

L'edizione di Sport Illustrated con la copertina dei Twins campioni delle World Series 1987

La famosa foto alla Casa Bianca, da sinistra: Carl Pohlad, Roy Smalley Jr., Tom Kelly, Frank Viola che tiene la casacca # 1 per il presidente soprannominato "The Gipper", Howard Fox, Steve Carlton (con gli occhiali, scambiato per un agente della sicurezza) Hrbek Kent, Sal Butera e Ronald Regan

 

Le World Series del 1988 si trasformarono nel "California Classic", quando i Los Angeles Dodgers si trovarono di fronte i vicini Oakland Athletics. I Los Angeles Dodgers vinsero la National League West Division con sette partite di vantaggio sui Cincinnati Reds per poi sconvolgere i New York Mets, quattro giochi a tre, nelle NLCS. Gli Oakland Athletics avevano vinto l'American League West Division con tredici partite sui Minnesota Twins e poi spazzarono i Boston Red Sox, quattro giochi a zero, nelle American League Championship Series. Questa fu la prima World Series in cui apparve il logo delle Series sulle uniformi dei giocatori. I Dodgers non rientravano tra le prime cinque squadre in tutte le statistiche offensive, eccetto che nella media battuta squadra (al quinto posto) con .248 - e nessuno dei titolari colpì oltre i .300 o realizzò più di 82 RBI. Kirk Gibson con 25 fuoricampo guidò il team, ma era solo al settimo posto nella classifica della National League. Lo slugger Pedro Guerrero, che ebbe un anno sotto la media, venne scambiato nel mese di luglio con i Cardinals per il lanciatore John Tudor. Nessun giocatore di posizione fu abbastanza buono per entrare nell'All-Star Game. Tuttavia, i Dodgers pur classificandosi sesti nella NL per punti segnati, furono sostenuti da un eccellente pitching staff. Nonostante la mancanza del pitcher All-Star, Bob Welch, ceduto a Oakland prima dello spring training e l'infortunio occorso a Fernando Valenzuela (5-8, 4.24 ERA), i Dodgers furono secondi nella NL nella ERA squadra e punti concessi, e furono leader della league nei complete game e shutouts. Il pitching staff aveva come trascinatore il vincitore del Cy Young Award, Orel Hershiser, che aveva guidato la league nelle vittorie, nella percentuale vittorie-sconfitte (23-8, .864), complete game (15), shutouts (8) e bunt di sacrificio (19). Hershiser era sostenuto dalla coppia dei "Tims", ​​Tim Leary (17-11, 2.91) e il rookie Tim Belcher (12-6, 2,91), e dall'arrivo a luglio di John Tudor che rinforzò ulteriormente lo staff. Il bullpen era eccezionale, diretto da Jay Howell (21 salvezze, 2.08), Alejandro Peña (12 salvezze, 1.91), e il closer per molto tempo con i New York Mets, Jesse Orosco. Il bullpen dei Dodgers condusse la league nelle salvezze con 49. Furono l'intensità e la forza d'animo le caratteristiche dei Dodgers del 1988, un trend che iniziò quando Kirk Gibson fu preso come free-agent durante l'inverno dai Detroit Tigers, la squadra che con il suo aiuto aveva vinto le World Series del 1984. Inoltre, l'invincibile Hershiser lanciò shutouts nella sue ultime sei partite da partente della regular season in trasferta realizzando un record di 59 consecutivi innings lanciati senza punti, rompendo il marchio detenuto dall'altro grande Dodgers, Don Drysdale. Hershiser avrebbe poi dominato i Mets nelle NLCS, mentre Gibson zoppicando per i dolori alle ginocchia avrebbe prodotto un memorabile, se non il più grande, at-bat (in Gara 1) delle World Series. I potenti Oakland Athletics avevano tutta la fiducia e la spavalderia di una squadra fortemente favorita. I "Bash Brothers" il duo Mark McGwire (32 fuoricampo, 99 RBI, media battuta .260) e José Canseco (42 fuoricampo, 124 RBI, media battuta .307) erano poco più che ventenni, ed erano emersi come giovani superstar. Canseco diventò il primo giocatore a battere 40 o più home run e rubare 40 o più basi nella storia della Major League e vinse il Most Valuable Player dell'AL. Anche i veterani Dave Henderson (24 fuoricampo, 94 RBI, media battuta .304) e l'ex Pirates Dave Parker (12 fuoricampo, 55 RBI, media battuta .257), avevano contribuito con le loro mazze e la loro esperienza. Le World Series del 1988 contrassegnarono le terze consecutive Fall Classic di Don Baylor con tre squadre diverse. Oltre ad essere un membro degli Athletics del 1988, Baylor era stato anche un membro dei Boston Red Sox nel 1986 e dei Minnesota Twins nel 1987. Il pitching staff di Oakland fu probabilmente il migliore dell'American League nel 1988. Leader nella ERA (3.44), vittorie (104), salvezze (64) e secondi negli strikeouts (983) nel minor punti subiti e fuoricampo concessi. L'asso dello staff era Dave Stewart, un ex-Dodgers (1978-83), che aveva vinto 20 partite per la seconda stagione consecutiva. Un altro ex Dodger era l'affidabile Bob Welch (17-9, 3.64) seguito dal vincitore di sedici partite Storm Davis. Dopo aver trascorso gli ultimi dodici anni come starter, soprattutto per i Boston Red Sox e i Chicago Cubs, Dennis Eckersley, era stato convertito in un closer nel 1987 e fu leader dell'AL nel 1988 con 45 salvezze (dopo 24 anni di carriera si guadagnò l'elezione nella Hall of Fame nel 2004). Un altro starter per lungo tempo (e un altro ex Dodgers), Rick Honeycutt, dimostrò di essere un rilievo a Eckersley, chiudendo con tre vittorie e sette salvezze. Ma può succedere di tutto in una breve World Series, come dimostrarono questi Los Angeles Dodgers del 1988, che ebbero migliori battitori (41 Hit -28 Hit, .246 BA -.177 BA), più potenza (5 HR - 2 HR) e migliori lanciatori ( 2.03 ERA – 3.92 ERA) sugli apparentemente imbattibili Oakland Athletics, vincendo incredibilmente la serie in cinque partite, segnado 21 punti e subendone 11, e portando Tommy Lasorda e i Dodgers alle loro seste World Series. Gara 1 venne giocata al Dodger Stadium il 15 ottobre. Per aver usato l'ace Orel Hershiser in Gara 7 delle NLCS, i Dodgers dovettero iniziare con il rookie Tim Belcher in Gara 1. Nel frattempo, Oakland mise sul monte un ben riposato Dave Stewart. Entrambi i lanciatori, tuttavia, ebbero i loro problemi nell'inizio partita. Belcher caricò le basi nel primo inning concedendo un singolo a Dave Henderson, quindi colpì José Canseco e diede la base a Mark McGwire. Canseco fu colpito all'avambraccio mentre effettuava un check swing, ma l'arbitro di casa base Doug Harvey chiamò lo strike, pensando che la palla avesse colpito la mazza di Canseco. L'audio della partita sembrò confermare questo, ma i replay mostrarono la palla che colpiva Canseco all'avambraccio. Mark McGwire commentò più tardi così: "Le braccia di Jose sono dure come la mazza, così posso capire come Harvey si sia confuso". Però Terry Steinbach andò al volò e si pose fine alla minaccia. I problemi di Stewart iniziarono nella parte bassa del primo quando colpì Steve Sax con il suo primo lancio. Dopo l'eliminazione di Franklin Stubbs, Stewart commise un balk e Sax andò in seconda. Mickey Hatcher, che aveva battuto un solo homer in tutta la stagione, scioccò i 55983 tifosi colpendo un homer da due contro Stewart. Hatcher entusiasmò ancor più gli spettatori del Dodger Stadium correndo a tutta velocità intorno alle basi, spingendo Vin Scully a commentare così: "E' un personaggio del Saturday Evening Post!". Il commentatore Joe Garagiola osservò: "Corre come se stesse pensando di andarla a prendere fuori del tabellone segnapunti! Ha davvero fatto il giro delle basi in fretta!". Stewart poi si riprese e gli A's gli fornirono un vantaggio nella loro metà del secondo. Con due out, Glenn Hubbard colpì un singolo. Il controllo di Belcher iniziò ad avere dei problemi e concesse la base sia a Stewart che a Carney Lansford caricando le basi. Con due out e un conteggio di 1-0 Canseco schiacciò il lancio successivo per un grand slam oltre la recinzione del campo al centro-sinistra, ammaccando una telecamera della NBC. Gli A's andarono in vantaggio 4-2. Il grand slam di Canseco in Gara 1 fu la sua unica valida della serie. Anche il suo compagno "Bash Brother", Mark McGwire realizzò una sola valida, l'hit vincente che concluse Gara 3. Nel sesto, i Dodgers ruppero il vantaggio di Stewart con tre singoli, l'ultimo di Mike Scioscia, che fece segnare Mike Marshall. Il vantaggio degli A's si ridusse a 4-3. Mentre Kirk Gibson stava effettuando del batting practice nella clubhouse dei Dodgers durante Gara 1, Orel Hershiser gli sistemava il tee. Durante l'allenamento, Bob Costas della NBC sentiva Gibson brontolare per i dolori dopo ogni colpo. Il closer degli A's, Dennis Eckersley, andò a lanciare al nono per chiudere la partita per Stewart. Dopo aver eliminato i primi due battitori, Eckersley concesse una base per ball al pinch hitter Mike Davis, portando al piatto il zoppicante Kirk Gibson che batteva per il rilievo Alejandro Peña. Gibson coraggiosamente mise in foul i migliori lanci di Eckersley, esternando il gran dolore che accusava ogni volta che girava la mazza per i problemi alle ginocchia. Uno swing in particolare che rotolò verso la prima base prima di uscire in foul, costrinse Gibson a correre zoppicando verso la prima, Scully commentò: "... E deve aver fatto uno sforzo per correre così lontano". Dopo aver messo in foul diversi lanci, Gibson finalmente prese un lancio per il terzo ball mentre Davis rubò la seconda. Gibson poi uscì dal box per un attimo e quando rientrò colpì uno slider sulle gradinate del lato destro per vincere la partita. Il filmato di Gibson che zoppica intorno alle basi e pompa il pugno girando sulla seconda base vivrà per sempre negli highlight delle Series. Gibson non avrebbe mai più battuto di nuovo nelle World Series del 1988. Il walk-off homer in Gara 1 di Kirk Gibson fu il primo in una partita delle World Series a chiudere l'incontro con un fuoricampo della squadra in svantaggio, ed è considerato il più grande home run nella storia dei Dodgers. Il manager dei Dodgers Tommy Lasorda ingannò gli Athletics facendoli pensare che Kirk Gibson non sarebbe entrato come pinch hitter in Gara 1. Prima che Gibson andasse a battere, mentre Mike Davis era in battuta, Lasorda mandò Dave Anderson, che aveva battuto .249 nella stagione regolare, nell'on-deck. Dennis Eckersley, che aveva visto Davis colpire con potenza nell'American League, diventò prudente e pensò che avrebbe preferito dare la base a Davis (supponendo che Anderson si sarebbe comunque rivelato un out facile), invece di cercare di lanciargli e magari commettere un errore che Davis avrebbe potuto trasformare in un fuoricampo per il pareggio. Eckersley diede effettivamente la base a Davis, permettendo così a Kirk Gibson di colpire il suo fuoricampo vincente. Quando Kirk Gibson raggiunse il suo armadietto dopo Gara 1, il coach del bullpen Mark Cressé aveva scritto "R. HOBBS" su un pezzo di carta attaccato con del nastro adesivo sopra la targhetta di Gibson, riferendosi alle gesta eroiche di Gibson che ricalcavano quelle dello slugger cinematografico interpretato da Robert Redford nel film The Natural. Kirk Gibson disse più tardi che, prima della serie, lo scout dei Dodgers Mel Didier rivelò quale lancio effettuava Eckersley con il conteggio di 3-2 contro un mancino di potenza, e si poteva essere assolutamente certi che Eckersley avrebbe lanciato uno slider sul bordo esterno del piatto. Gibson disse che quando il conteggio raggiunse il 3-2, uscì del box del battitore e, nella sua mente risentì la voce di Didier, con il suo caratteristico accento del sud, che ribadiva lo stesso consiglio. Con questo pensiero in mente, Gibson fece un passo indietro nel box di battuta, e così quando Eckersley effettivamente lanciò uno slider backdoor fu, grazie a Didier, esattamente il lancio che Gibson stava cercando. Domenica 16 ottobre andò in scena Gara 2 al Dodger Stadium davanti a 56051 tifosi. Con un riposato Orel Hershiser sul monte, i Dodgers presero un vantaggio di 2-0 nelle Series. I compagni di Hershiser gli diedero tutti i punti di cui aveva bisogno nel terzo inning, e Mike Marshall fornì il colpo grosso con un fuoricampo da tre punti. Hershiser andò alla distanza, concedendo solo tre singoli, tutti e tre colpiti da Dave Parker. Hershiser contribuì anche offensivamente, con tre valide, tra cui un doppio RBI nel quarto inning. Nei cinque punti segnati nel terzo inning, Hershiser colpì un singolo, andò in terza sulla valida in campo opposto di Steve Sax e poi segnò. Fu il primo lanciatore ad ottenere tre valide in una partita delle World Series dal 1924. I Dodgers vinsero 6 a 0. Le Series ripresero martedì 18 all'Oakland-Alameda County Coliseum davanti a 49316 spettatori. Gli A's ritornarono nella serie grazie alla grande prestazione dell'ex Dodgers eroe delle World Series Bob Welch e di tre rilievi. Il partente dei Dodgers John Tudor lasciò nel corso del secondo inning per problemi alla spalla. Gli A's misero a segno un punto nel terzo, quando Glenn Hubbard colpì un singolo, rubò la seconda e andò a casa su una valida di Ron Hassey. I Dodgers pareggiarono al quinto, quando Franklin Stubbs spinse a casa Jeff Hamilton con un doppio. I rilievi degli A's aiutarono Welch a togliersi dagli impicci nel sesto. Danny Heep colpì un doppio e John Shelby un singolo a sinistra, ma Heep si fermò in seconda per il tiro dell'esterno a casa mentre Shelby riuscì ad arrivare in seconda. Welch diede la base intenzionale a Mike Davis per caricare le basi, e il pitcher mancino Greg Cadaret lo sostituì per fronteggiare il battitore mancino Mike Scioscia. Scioscia fu eliminato su un pop dal terza base. Il manager Tony Larussa poi sostituì Gadaret con il destro Gene Nelson per affrontare Hamilton che colpì una rimbalzante in terza per l'eliminazione di Heep a casa base. Alfredo Griffin colpì un groundout per porre fine alla minaccia. Gli Athletics misero a segno il loro punto vincente nella parte bassa del nono quando Mark McGwire depositò, con un out, la fastball di Jay Howell nelle tribune al centro-sinistro del campo. In Gara 4 non ci furono molte grandi valide o fuoricampo, ma fu vinta dai Dodgers nel tipico "graffia e strappa" che aveva contraddistinto la loro stagione 1988. I Dodgers segnarono due punti nel primo, quando Steve Sax in base per ball, andò in terza su un singolo di Mickey Hatcher e segnò su una palla mancata dal ricevitore Terry Steinbach. Hatcher segnò il secondo punto su un groundout di John Shelby. Gli A's ne segnarono uno nella loro metà, quando Luis Polonia colpì un singolo e andò in seconda su una palla mancata, segnando su un groundout  di José Canseco. I Dodgers andarono sul 3-1, quando Franklin Stubbs mise a segno un doppio e segnò sull'errore di tiro dello shortstop Walt Weiss che giocava una palla battuta da Mike Davis. Oakland accorciò al sesto su singolo RBI di Carney Lansford. I Dodgers realizzarono il loro punto finale nel settimo quando il pinch hitter Tracy Woodson spinse a casa Alfredo Griffin con un groundout. Però la mezza ripresa del settimo degli A's fu più ricca di eventi. Con un out, Weiss colpì un singolo e raggiunse la seconda quando fu chiamato salvo nel doppio gioco sulla rimbalzante battuta da Polonia. Dave Henderson, con due out, ridusse lo svantaggio 4-3 battendo un doppio RBI. José Canseco ricevette la base su ball e Dave Parker raggiunse la prima su un errore dell'interbase Griffin per caricare le basi, ma Mark McGwire colpì un pop out, sprecando l'ultima possibilità degli A's di andare a punto. Il giorno dopo gli Athletics avevano ancora un'unica possibilità di fermare i Dodgers aggiudicandosi l'ultima partita in casa e sperare nella continuazione delle Series a Los Angeles. Ma in Gara 5, Orel Hershiser coronò una delle più grandi stagioni di sempre di un lanciatore partente e una delle vittorie più improbabili nella storia delle World Series, lanciando un complete game, concedendo solo quattro valide, due punti, e realizzando nove strikeout. Oltre alle prestazioni di Hershiser, i Dodgers vinsero perché Mickey Hatcher sostituì lo zoppicante Kirk Gibson all'esterno sinistro fornendo la scintilla, l'entusiasmo e l'inaspettata potenza in battuta. Battè il suo secondo fuoricampo della serie, un colpo da due punti nel primo inning. Mike Davis, un deludente free-agent per gran parte della stagione 1988, aggiunse altri due punti con un fuoricampo nel quarto, e l'ex MVP delle World Rick Dempsey, che aveva sostituito l'infortunato Mike Scioscia, aggiunse un altro RBI con il suo doppio. I lanciatori dei Dodgers avevano domato i mostri di Oakland José Canseco (una valida, il suo grand slam in Gara 1) e Mark McGwire (una valida e un RBI, entrato in Gara 3) per quasi tutta la serie. I Dodgers divennero la prima (e finora unica) squadra a subire un perfect game e vincere le World Series nella stessa stagione. Tom Browning dei Cincinnati Reds lanciò il perfect game il 16 settembre 1988. I Lakers, che avevano vinto il loro quarto campionato NBA in sette anni, quattro mesi prima, e i Dodgers che avevano vinto le World Series fecero di Los Angeles la prima città ad avere sia il titolo NBA che quello delle World Series nello stesso anno. Bob Costas, che insieme a Marv Albert aveva commentato le Series per la NBC nei pre-partita e interviste post partita, con le sue dichiarazioni fece infuriare molti nel club (in particolare il manager Tommy Lasorda) dei Dodgers. Costas disse che il lineup dei Dodgers del 1988 era forse uno dei più deboli in attacco nella storia della World Series. Dopo che i Dodgers avevano vinto Gara 4, Lasorda (nel corso di una intervista post partita con Marv Albert) sarcasticamente disse che l'MVP delle World Series avrebbe dovuto essere assegnato a Bob Costas. Questo furono le ultime World Series presiedute da Peter Ueberroth come commissioner. Ueberroth salì alla ribalta per aver organizzato i Summer Olympic Games del 1984 a Los Angeles. Fino al 2011, questa fu l'ultima apparizione alle World Series dei Los Angeles Dodgers. I 23 anni di siccità rimangono la loro più lunga striscia nella storia della franchigia.

Il programma delle World Series del 1988

Gara 1 - Kirk Gibson ha appena colpito l'walk-off homer che permette ai Dodgers di vincere la gara di apertura

Gara 1 - Kirk Gibson mentre sta correndo verso casa base festeggiato dal coach Joe Amalfitano

Gara 1 - Kirk Gibson viene abbracciato dal manager Tommy Lasorda e dai suoi compagni

Gara 5 - Mike Davis viene abbracciato dai suoi compagni dopo il fuoricampo nel quarto inning

Gara 5 - Orel Hershiser viene alzato in aria dal catcher Rick Dempsey dopo l'ultimo out nella partita che li incorona vincitori delle World Series

Tommy Lasorda alza il trofeo delle World Series nella clubhouse con il general manager dei Dodgers, Fred Claire

Kirk Gibson e Tommy Lasorda festeggiano alla parata a Los Angeles

Orel Hershiser consegna la mazza al presidente Ronald Regan durante la cerimonia alla Casa Bianca per la vittoria nelle World Series. Accanto a lui il manager Tommy Lasorda

 

Il Fall Classic finale degli anni '80 non è ricordato per le partite che ebbero luogo nei due ballparks della bay area. E' ricordato per la tragedia e l'eroismo che si verificò appena fuori degli stadi in seguito al terremoto di Loma Prieta, avvenuto il 17 ottobre prima che iniziasse Gara 3, e che provocò una interruzione delle World Series di 10 giorni. Questa serie è anche conosciuta come la "Earthquake Series", "Bay Bridge Series", "BART Series", e "Battle of the Bay", perchè le due città partecipanti si trovano sui lati opposti della San Francisco Bay, collegati dal San Francisco - Oakland Bay Bridge e dal sistema Bay Area Rapid Transit (BART). Fu la prima cross-town World Series (che coinvolgeva due squadre della stessa area metropolitana) dal 1956, e solo la terza World Series che non interessava la città di New York. I San Francisco Giants erano finalmente tornati alla post-season dopo aver lottato per diversi anni durante la ricostruzione della loro dinastia, una volta grande. I loro rivali delle vicinanze, gli Oakland Athletics, era appena stati battuti dai Los Angeles Dodgers, quattro giochi ad uno, ed erano decisi a fare ammenda per la loro cattiva prova nelle vicende dell'88. I San Francisco Giants avevano vinto la NL West division con tre partite sui San Diego Padres, e poi sconfitto i Chicago Cubs, 4 partite a 1, nelle National League Championship Series. Gli Oakland Athletics avevano vinto l'AL West division di sette partite sui Kansas City Royals, e poi sconfitto i Toronto Blue Jays, 4 partite a 1, nelle American League Championship Series. Fay Vincent presiedette le Series, la prima come Commissioner of Baseball dopo la morte improvvisa del suo predecessore Bart Giamatti avvenuta più di un mese prima. Gara 1 delle World Series venne giocata il 14 ottobre al Oakland-Alameda County Coliseum di Oakland davanti a 49385 tifosi. Prima dell'inizio della partita, venne reso omaggio allo scomparso commissioner Bart Giamatti: il figlio Marcus effettuò il primo lancio, e le Whiffenpoofs della Yale University (alma mater di Giamatti) cantarono l'inno nazionale. Dave Stewart, l'ace degli Athletics, sconfisse il lanciatore dei Giants Scott Garrelts nella gara di apertura. Oakland prese il comando nella parte bassa del secondo inning, quando Dave Henderson dopo aver ricevuto la base su ball, avanzò in seconda su un singolo di Terry Steinbach, e segnò su un altro singolo di Tony Phillips che spostò Steinbach in terza. Walt Weiss colpì una soffice rimbalzante verso la prima, ma il prima base dei Giants (e MVP delle NLCS ) Will Clark tirò la palla bassa e alla destra del ricevitore Terry Kennedy. Steinbach nel contatto a casa base colpì il guanto di Kennedy e la palla uscì, segnando il secondo punto dell'inning. A Kennedy accreditarono l'errore e Phillips avanzò in seconda. Rickey Henderson poi portò a casa Phillips con un singolo a destra, e il secondo inning si concluse con gli Oakland avanti 3-0. Il battitore designato degli A's, Dave Parker, colpì un fuoricampo solitario nel terzo contro Garrelts, e Weiss ne aggiunse, da lead off, un altro nel quarto. Il partente degli Oakland Stewart dominò i Giants concedendo solo cinque valide con un complete game e consegnando agli A's il vantaggio della partita d'apertura delle Series. "We ran into a buzz saw" (Abbiamo incontrato una sega circolare), disse Clark della prova di lancio di Stewart. Domenica 15 ottobre si giocò Gara2. L'MVP delle Little League World Series del 1989 e futura stella NHL, Chris Drury, lanciò la cerimoniale prima palla. Il partente degli Oakland Mike Moore ebbe la meglio sul pitcher schierato dai Giants Rick Reuschel. Oakland iniziò subito veloce, Rickey Henderson strappò la base su ball nella parte bassa del primo inning. Prontamente rubò la seconda, e segnò sul lancio successivo, quando Carney Lansford colpì un doppio a destra. I Giants segnarono il primo punto della serie nella parte superiore del terzo; José Uribe raggiunse la prima su scelta difesa, avanzò in terza grazie a un singolo di Brett Butler, e poi segnò su un fly di Robby Thompson. Gli A's riguadagnarono il vantaggio nella parte inferiore del quarto, quando Dave Parker colpì un line drive che sbattè sul muro ad un pollice dall'essere in foul e un pollice dall'essere un home run. Jose Canseco, che era andato in base su ball all'inizio dell'inning, segnò il 2 a 1. Parker era ancora al piatto a guardare il volo della palla, e cominciò a correre non appena la palla colpì il muro; l'esterno destro dei Giants Candy Maldonado sembrò che con la sua assistenza avesse eliminato Parker in seconda, ma l'arbitro di base Dutch Rennert lo chiamò salvo. Con zero fuori, Dave Henderson ricevette la base su ball e Mark McGwire andò strikeout. Subito dopo, Terry Steinbach colpì un tre-run home run contro Reuschel a sinistra. I Giants non riuscirono a impensierire i rilievi di Oakland, e gli A's vinsero 5-1 e presero il vantaggio di 2-0 nelle Series. Il terremoto di Loma Prieta si scatenò il 17 ottobre 1989 alle 05:04 pm e Gara 3 era stata programmata per iniziare alle ore 05:35 al Candlestick Park di San Francisco, con migliaia di persone che erano già nello stadio quando il terremoto si verificò. A causa della coincidenza dei tempi, fu il primo grande terremoto negli Stati Uniti ad essere ripreso dalla televisione in diretta. Gli esperti ritennero che i tempi delle Series furono come un colpo di fortuna che impedì la perdita di molte vite umane nella città; la chiave nel ridurre la perdita di vite umane fu il fatto che molte persone avevano lasciato il lavoro in anticipo o si erano raccolte dopo il lavoro in gruppo a seguire la partita, riducendo il notevole traffico che altrimenti ci sarebbe stato sulle autostrade crollate (le aspettative iniziali stimavano che centinaia di persone fossero morte nel crollo della Interstate 880 a Oakland, ma il numero finale dei morti in questo tratto fu di 42, due terzi della mortalità totale del terremoto che fu di 63). Il dirigibile Goodyear che era presente per la partita venne usato per coordinare gli sforzi dell'emergenza. Al momento del terremoto, il team degli annunciatori per la ABC Sports, Tim McCarver, Al Michaels e Jim Palmer immediatamente afferrarono ciò che percepivano come i braccioli, e si è scoperto poi che si erano afferrati le cosce gli uni degli altri, lasciando ciascuno di loro con i lividi; raccontando un anno dopo l'incidente, Michaels coraggiosamente ammise la sua forte convinzione che il terremoto fosse durato molto più di 15 secondi, e che sarebbe rimasto ucciso. La squadra ABC Sports rimase nel proprio stand. Al contrario, il team della stanza accanto della CBS Radio, composta da Jack Buck, Johnny Bench e John Rooney, corse fuori non appena iniziò il terremoto. Bench corse in una zona sotto a una trave di acciaio, e Buck disse scherzando: "Se si fosse mosso così in fretta quando giocava, non avrebbe battuto in tanti doppi giochi". Per quanto riguarda le Series stesse, Fay Vincent decise di rinviare Gara 3 (anche se non l'aveva detto a nessuno prima di farlo, con conseguente protesta degli umpire) inizialmente per cinque giorni, il ritardo più lungo nella storia delle World Series. Fu rinviata di altri cinque giorni (fino al 27 ottobre) a causa dei ritardi nel ripristino dei collegamenti per le trasmissioni. Ma, il sindaco di San Francisco, Art Agnos, voleva aspettare un mese prima di riprenderle e Vincent gli rispose che avrebbe potuto spostarle altrove, se il ritardo fosse stato così lungo. I giocatori degli Oakland Athletics tornarono a casa, ma dovettero andare via San Jose, con l'aggiunta di un extra di 90 minuti, perché alcuni tratti stradali del Bay Bridge erano crollati. Gara 3, originariamente prevista per martedì 17 Ottobre 1989 al Candlestick Park di San Francisco, fu riprogrammata al 27 ottobre dopo il terremoto Loma Prieta. All'inizio di Gara 3, alcuni soccorritori che avevano portato il loro aiuto durante il terremoto, tra cui agenti di polizia e vigili del fuoco, vennero onorati e lanciarono la prima palla. Dave "Hendu" Henderson per poco mancò il suo terzo HR per gli A's quando la sua battuta nel primo inning rimbalzò sulla parte superiore del muro trasformandosi in un doppio. Il catcher dei Giants Bill Bathe diventò il quinto giocatore della National League nella storia della World Series a colpire un home run nel suo primo at-bat. Il suo compagno di squadra Matt Williams lo vide vacillare quando il terremoto era cominciato. A quanto pare, stava guardando in tribuna per vedere la sua famiglia. Quando Gara 3 era originariamente prevista per il 17 ottobre, i lanciatori partenti erano Bob Welch per gli A's e Don Robinson per i Giants. Nel frattempo, Ken Oberkfell era previsto che iniziasse in terza base per i Giants, con Matt Williams che passava all'interbase al posto di José Uribe in panchina. Inoltre, Pat Sheridan era destinato a prendere il posto di Candy Maldonado all'esterno destro per i Giants. Maldonado disse alla ESPN che era nella clubhouse pronto ad entrare quando il terremoto iniziò. La prima persona che vide in mezzo a tutto questo fu il suo compagno di squadra, Robinson, che aveva intuito che c'era un terremoto in corso. Questa Gara stabilì un record per il maggior numero di HR combinati colpiti in una partita delle World Series (7), così come eguagliò il record per il maggior numero di HR colpiti da un unico team (5) in una partita delle World Series (I New York Yankees avevano vinto Gara 4 delle World Series del 1928 contro i St. Louis Cardinals, che come successe in questa serie, sarebbe finita in una sweep). La partita terminò 13 a 7 per gli A's a cui mancava una sola vittoria per chiudere fuori i Giants dalle World Series. Il giorno seguente si giocò Gara 4. Al momento, il 28 ottobre divenne la data più lunga nella storia per la fine delle World Series, anche se la serie durò solo quattro partite (Questo record venne eguagliato nel 1995, e da allora fu superato dal ritardo per l'attacco terroristico dell'11 ottobre alle Twin Towers nelle World Series del 2001 che si svolsero dal 27 ottobre al 4 novembre e le World Series del 2009 che si svolsero dal 28 ottobre al 4 novembre, come regolarmente previsto). Le World Series ora finiscono regolarmente in questo periodo perché c'è un turno extra di playoff. Gli A's andarono in vantaggio subito con il primo battitore della partita, Rickey Henderson, che colpì un fuoricampo impostando le danze. Il fuoricampo di Kevin Mitchell avrebbe portato i Giants vicini a recuperare un deficit da 8-0 a 8-6 in due innings. Ma si sarebbe rivelato troppo poco e troppo tardi per San Francisco, quando alla fine persero per 9-6. Questa fu anche l'ultima gara delle World Series giocate al Candlestick Park. Le due successive apparizioni dei Giants, quali vincitori della National League, furono giocate allo AT & T Park, nel 2002 e 2010. In segno di rispetto per le vittime del terremoto di Loma Prieta, gli Oakland Athletics scelsero di non celebrare la loro vittoria delle World Series con lo champagne, come è consuetudine in genere per la squadra vincente le World Series. Alla fine, la vittoria agrodolce delle World Series fu dedicata alle vittime del terremoto di San Francisco e molti residenti anche se delusi dalla sconfitta dei Giants, erano grati che il baseball fosse lì (come è sempre stato) per contribuire ad alleviare il loro dolore. Entrambe le squadre appariranno successivamente nella World Series, gli A's nel 1990 e i Giants nel 2002 e 2010. Gli A's furono spazzati dai Cincinnati Reds nel 1990 e non sono più apparsi (il momento in cui furono più vicini all'obiettivo fu nel 2006, ma persero con i Detroit Tigers in quattro partite nelle American League Championship Series). I Giants persero Gara 7 con gli Anaheim Angels nel 2002, ma sconfissero i Texas Rangers in cinque partite nel 2010. Al momento delle World Series del 1989, gli A's non avevano mai visto una vittoria nel Fall Classic dal 1974. I Giants avevano vinto un pennant in 27 anni, nel 1962, e la vittoria delle World Series del 1954 come New York Giants. Quando vinsero le World Series del 2010, chiusero 56 anni di siccità. Negli A's, i giocatori Mark McGwire e Jose Canseco avrebbero poi giocato per altre squadre. McGwire fu ceduto ai St. Louis Cardinals nel 1997, dove avrebbe battuto il record di home run in una singola stagione di Roger Maris nel 1998. Canseco avrebbe giocato per varie squadre a partire dal 1993, ma ritornò agli A's per un breve periodo nel 1997. In seguito avrebbe vinto le World Series del 2000 con i New York Yankees. Entrambi si ritirarono nel 2001. Il manager dei Giants Roger Craig (affettuosamente conosciuto come "Humm Baby") avrebbe lasciato dopo la stagione 1992 e venne sostituito da Dusty Baker, che li guidò al pennant 13 anni dopo. L'ultimo membro della squadra del 1989, Matt Williams, avrebbe lasciato dopo la stagione 1996, diventando in definitiva l'ultimo giocatore titolare di quella squadra, ritirandosi poi nel 2003. Forse la più grande stella della squadra, Will Clark, lasciò dopo il 1993 per giocare con i Texas Rangers, e si ritirò con i St. Louis Cardinals nel 2000. Il 13 giugno 2009, immediatamente prima della seconda partita della stagione regolare di interleague tra i Giants e gli A's, i Giants onorarono i 27 membri della loro squadra del 1989. Dave Stewart che aveva lanciato e vinto le sue due partite, mettendo strikeout quattordici battitori in sedici innings di lavoro, e ottenendo una media ERA di 1.69 vinse il Most Valuable Awards Player.

Il programma delle World Series del 1989

Il manifesto delle World Series del 1989

Gara 3, 17 ottobre 1989 - I giocatori degli Athletics si guardano attorno subito dopo la scossa di terremoto

Gara 3, 17 ottobre 1989 - Il lanciatore dei San Francisco Giants Rick Reuschel lascia il campo tenendo per mano la sua famiglia subito dopo la scossa di teremoto

Gara 3, 17 ottobre 1989 - Veduta generale della folla al Candlestick Park dopo il terremoto, di magnitudo 7.1 della scala Richter

17 ottobre 1989 - Soccorritori e polizia entrano in scena subito dopo il terremoto che ha fatto crollare le Interstate 880 - Interstate 80

27 ottobre 1989 - Poliziotti e soccoritori lanciano la prima palla in Gara 3 delle World Series, dopo 10 giorni dalla scossa di terremoto

La stretta di mano tra i due manager: di spalle Tony La Russa degli A's e Roger Craig dei Giants

Rickey Henderson indica verso le tribune dopo aver colpito il fuoricampo nel primo inningdi Gara 4

Dennis Eckersley e gli Oakland Athletics festeggiano la vittoria in Gara 4 e le World Series al Candlestick Park di San Francisco

Due momenti dei festeggiamenti degli Athletics durante la parata a Oakland

 

Ancora una volta, i campioni uscenti degli Oakland Athletics tornavano per il loro terzo Fall Classic consecutivo determinati a iniziare il nuovo decennio nel modo in cui era finito l'ultimo. Nel corso degli anni '80, gli A's avevano mantenuto un gioco dominante (su entrambi i lati della palla) e molti ritenevano che la vittoria del titolo era una conclusione scontata quando i perenni campioni aveva appena vinto l'American League West con nove partite di vantaggio sui Chicago White Sox, grazie ad uno dei roster più ben bilanciati di tutto il baseball. Avevano poi sconfitto i Boston Red Sox, quattro giochi a zero, nelle American League Championship Series. Sul monte, Oakland vantava Bob Welch (con ventisette vittorie), Dave Stewart (20) e l'ace rilievo Dennis Eckersley che aveva registrato 48 salvezze e 0.61 di ERA. Al piatto, il "Dynamic Duo" formato da Mark McGwire e Jose Canseco aveva combinato settantasei fuoricampo e Rickey Henderson aveva guidato l'AL con 65 basi rubate terminando secondo nella media battuta dell'AL con .325 e ventotto homer. Ad aumentare l'aura di invincibilità alla fine di agosto arrivarono Willie McGee (vincitore della media battuta della NL del 1990) dai St. Louis Cardinals e Harold Baines dai Texas Rangers. I loro avversari, i Cincinnati Reds non erano neppure loro estranei alle postseason, ma questo roster non era il modello familiare della Big Red Machine, che aveva governato la National League durante gli anni '70. Nessun giocatore del lineup aveva realizzato oltre venticinque fuoricampo o più di ottantasei RBI e il loro più prestigioso lanciatore era finito con sole quindici vittorie. l Cincinnati Reds avevano vinto la National League West con cinque partite di vantaggio sui Los Angeles Dodgers. Avevano stabilito un record nella NL rimanendo al primo posto ("wire-to-wire") nella division per l'intera stagione, che era stato realizzato solo un'altra volta dai Detroit Tigers nel 1984. I Reds poi sconfissero i Pittsburgh Pirates, quattro giochi a due, nelle National League Championship Series. ll bullpen dei Reds aveva tre membri primari: Norm Charlton, Randy Myers e Rob Dibble, conosciuti come i "Nasty Boys", che non avrebbero lasciato molti punti agli A's in quasi nove innings di lavoro. I media parlavano di una prossima dinastia degli A's spingendo, per contro, i tifosi dei Reds a chiamare la propria squadra "dyNASTY". Nasty Boys originariamente si riferiva a cinque lanciatori, con gli altri due che erano Tim Layana e Tim Birtsas (anche se la storia si riferisce ai suddetti tre). Prima della serie, il columnist del Chicago Tribune, Mike Royko, fece la splendida previsione che i fortemente favoriti A's sarebbero stati "condannati", basandosi sul fattore Ex-Cub Factor. Quando la predizione si avverò, si alimentò un nuovo interesse su questa probabile speciosa correlazione. Il manager degli Athletics Tony La Russa e il manager dei Reds Lou Piniella erano vecchi amici e compagni di squadra di Tampa nell'American Legion Post 248. Gara 1 venne giocata il 16 ottobre al Riverfront Stadium di Cincinnati. Il proprietario dei Cincinnati Reds, Marge Schott, prese una grossa cantonata quando dedicò le World Series del 1990 alle "nostre donne e uomini in Estremo Oriente" (Schott voleva dire Medio Oriente). Gli Oakland Athletics, per non essere da meno, dedicarono le World Series alle vittime del terremoto di San Francisco dell'anno precedente, evidenziato da un momento di silenzio prima di Gara 3. Fino al 2007, questa fu l'ultima World Series ad essere programmata per iniziare di martedì, e la prima dal 1984. Il programma prevedeva per le sette partite della serie, che si giocassero il martedì e mercoledì, venerdì-sabato e domenica, martedì e mercoledì. Gare 5, 6 e 7, tuttavia non furono necessarie. Tutte le World Series tra il 1985 e il 2006, con l'eccezione di quest'ultima, furono programmate per iniziare il sabato. Il cambiamento in questo caso fu necessario a causa dello stallo della diatriba tra proprietari e giocatori per il Basic Agreement che durò fino alla prima settimana della stagione. Al fine di recuperare le partite rinviate, la stagione regolare venne prorogata di tre giorni, e la postseason iniziò giovedì piuttosto che martedì, come era stata la pratica per molti anni. Quando il lanciatore degli Oakland Athletics, Dave Stewart, entrò a lanciare in Gara 1, aveva in corso una striscia di sei partite vinte nella postseason (e si concluse dopo quattro innings di lavoro). I Reds colpirono velocemente con un fuoricampo da due punti (che quasi colpì lo studio televisivo della CBS, dove il commentatore Pat O'Brien era seduto al centro sinistra) di Eric Davis nella parte inferiore del primo inning contro l'ace Dave Stewart. Billy Hatcher aiutò l'attacco in grande stile iniziando la sua striscia di sette valide consecutive della serie (dopo una base su ball nel primo inning). Il partente dei Reds, José Rijo, contribuì con la sua possente prestazione sul monte alla vittoria a sorpresa di Cincinnati per 7-0. Il giorno seguente, il titolo del Cincinnati Post era: "DAVIS STUNS GOLIATH" (Davis stordisce Goliath). Mercoledì 17, davanti a 55832 tifosi di Cincinnati, andò in scena Gara 2. Il vincitore del Cy Young Award, Bob Welch, venne schierato contro il veterano dei Reds, Danny Jackson. Rickey Henderson produsse un punto per gli A's nel primo inning grazie ad un singolo, alla rubata in seconda, alla corsa in terza su un bunt di sacrificio e segnando su un groundout. I Reds risposero a tono nella parte inferiore del primo. Barry Larkin e Billy Hatcher colpirono due doppi consecutivi in campo opposto e Hatcher segnò sul groundout di Davis. Nel terzo gli A's recuperarono e passarono in vantaggio. José Canseco colpì un missile nel settore del centro destra per pareggiare (la sua unica valida della serie). Una valida di Mark McGwire e due successive basi su ball, mandarono Jackson sotto la doccia. Con le basi piene, Ron Hassey colpì una volata di sacrificio e Mike Gallego mise a segno un singolo al centro per dare agli A's il vantaggio di 4-2. Gli A's, però, non segnarono più grazie al rilievo Jack Armstrong e al trio soprannominato "Nasty Boys", che comprendeva Rob Dibble, Norm Charlton, e Randy Myers. I Reds accorciarono con un punto nel quarto su un singolo RBI del pinch hitter Ron Oester che spinse Joe Oliver al piatto, per inciso, questa fu l'ultima apparizione al piatto di Oester in carriera, dopo 13 stagioni tutte spese a Cincinnati. I Reds pareggiarono all'ottavo, quando Hatcher battè un triplo sopra l'acciaccato Canseco (che aveva sofferto di dolori alla schiena durante i playoff) e segnò su un gioco forzato. Durante Gara 2, la signora Debbie moglie del lanciatore dei Reds, Tom Browning, che era incinta andò in travaglio. Debbie lasciò lo stadio nel quinto inning, guidando lei stessa l'auto, per recarsi all'ospedale. Mentre la partita andava avanti, i Reds volevano che Browning fosse pronto a lanciare nel caso in cui la partita andasse agli innings supplementari. Pensando che Browning stesse recandosi al vicino ospedale, i Reds avevano incaricato il loro broadcaster Marty Brennaman di emettere un "All Points Bulletin" (L'All Points Bulletin - APB - è una procedura segnaletica emessa a tutti gli organi di polizia degli Stati Uniti. Essa contiene in genere informazioni su un sospetto ricercato che deve essere arrestato o una persona di interesse, che le forze dell'ordine stanno seguendo. Di solito sono persone pericolose o scomparse) su Browning, che venne intercettato da Tim McCarver sulla CBS Television, e che la trasmise nel nono inning. Nel decimo, i Reds riuscirono a sfondare e vincere la partita contro il rilievo Dennis Eckersley. L'utility man, Billy Bates, colpì un singolo nel centro per avviare l'inning. Chris Sabo battè una valida a sinistra portando i corridori in prima e seconda. Poi Oliver colpì una rimbalzante che saltò oltre la terza base e lungo la linea di foul mandando Bates a segnare il punto vincente, 5-4. Questo fu l'ultima delle cinque World Series ad essere giocata al Riverfront Stadium (1970, 1972, 1975, 1976 e 1990). Le Series si trasferirono a Oakland e dopo il canonico giorno di riposo si disputò Gara 3, con gli A's che potevano godere del fattore campo per cercare di rimettersi in corsa dopo le due brucianti sconfitte. Gara 3 si rivelò essere lo spettacolo di Chris Sabo dei Reds che incredibilmente li portò sul 3-0. Tom Browning iniziò per i Reds, mentre Mike Moore, che aveva ottenuto due vittorie nelle World Series del 1989, fu lo starter di Oakland. Nel secondo inning, Sabo portò i Reds in vantaggio, 1-0, con un homer da solista. Il vantaggio fu di breve durata quando il DH, Harold Baines, colpì un altissimo fuoricampo da due punti per dare agli A's il vantaggio di 2-1 nella parte bassa del secondo. Nel terzo, i Reds misero la partita completamente fuori dalla portata dei padroni di casa segnando sette punti nell'inning. Tutto cominciò con l'ottava valida di Billy Hatcher in nove at-bat (aveva battuto in doppio gioco nel primo inning per terminare la sua striscia di sette valide consecutive). Paul O'Neill poi colpì una rimbalzante che uscì dal guanto della prima base Mark McGwire mettendo i corridori in prima e seconda. Eric Davis perforò la difesa con una valida al centro mandando Hatcher a punto e portando in terza O'Neill. A seguito di un groundout RBI di Hal Morris, i Reds andarono 5-2, quando Sabo colpì il suo secondo homer della partita sugli spalti a sinistra del campo. Todd Benzinger mise a segno una valida al centro e Joe Oliver battè un doppio RBI. Mariano Duncan spinse Oliver a casa con un singolo, rubò la seconda e segnò quando Barry Larkin mise a segno un triplo. L'Oakland Coliseum era sotto shock con gli A's ora sotto 8-2. L'esplosione da solista di Rickey Henderson ridusse lo svantaggio, 8-3, ma Tom Browning lanciò efficacemente il resto della partita per guadagnare la vittoria e mettere i Reds ad una vittoria dal titolo. Gara 4 fu un duello tra i lanciatori Dave Stewart e José Rijo (i partenti di Gara 1), che culminò con i Reds che spazzarono le Series. Gli A's segnarono nel primo inning, con Willie McGee che colpì un doppio seguito dal singolo di Carney Lansford. Il parziale di 1-0 rimase inalterato fino all'ottavo, quando i Reds finalmente riuscirono a toccare Stewart. Barry Larkin mise una valida nel mezzo, Herm Winningham lo seguì con un bunt valido e Paul O'Neill raggiunse la prima su un errore di tiro di Stewart per caricare le basi. Il groundout di Glenn Braggs e la volata di sacrificio di Hal Morris diede ai Reds un prezioso 2-1, che fu preservato sia da Rijo - uscito dopo 8.1 inning, dopo aver eliminato 20 battitori consecutivi - che da Randy Myers, autore delle due ultime eliminazioni della partita. Gli A's diventarono la prima squadra a subire una sweep in una World Series dopo aver spazzato le League Championship Series. Le World Series del 1990 furono il quinto titolo dei Reds, ma sarebbero anche state ricordate come uno dei più grandi sconvolgimenti nella storia del baseball. Il lanciatore dei Cincinnati Reds, José Rijo, diventò il secondo giocatore dominicano a guadagnare gli onori di MVP delle World Series. Quattordici anni più tardi (2004), Manny Ramirez dei Boston Red Sox diventò il terzo. Il primo dominicano a guadagnare l'MVP delle World Series fu Pedro Guerrero dei Los Angeles Dodgers nel 1981, (insieme ai suoi compagni di squadra Ron Cey e Steve Yeager). Nel frattempo, l'esterno dei Reds Billy Hatcher stabilì un record delle Series con sette valide consecutive. Inoltre, la sua media battuta di .750 (9 su 12) superò il record in quattro partite delle Series stabilito da Babe Ruth (.625 nel 1928). Questa fu la prima delle quattro World Series consecutive ad essere trasmesse dalla CBS. Dal 1976 al 1989, le trasmissioni televisive delle World Series furono trasmesse dalla ABC (negli anni dispari) e NBC (negli anni pari). Durante le World Series del 1990, Lesley Visser divenne la prima giornalista sportiva donna a seguire una World Series. I reporter sul campo per la CBS furono Jim Kaat (nei dugout dei Reds) e la già menzionata Visser (nei dugout degli Athletics). Vin Scully tornò a commentare le World Series per la CBS Radio per la prima volta dal 1982 (Scully da allora aveva commentato le World Series del 1984, 1986 e 1988 per la televisione NBC), assieme a Johnny Bench. Scully avrebbe continuato a commentare le successive sei Series per la CBS, prima con Bench e poi con Jeff Torborg.

Il programma delle World Series del 1990

Il manager dei Cincinnati Reds Lou Piniella, a destra, parla con il manager degli Oakland Athletic Tony LaRussa

Larkin scivola tranquillamente a casa in Gara 1

Gara 1 - Eric Davis festeggiato dopo il fuoricampo del primo inning

Gara 2 - Si riconoscono Braggs (# 15), Larkin (# 11), Davis, al centro, che abbracciano Billy Bates che ha segnato al 10° il punto della vittoria

20 ottobre - La gioia dei Reds dopo l'ultimo out in Gara 4

Oakland, 20 ottobre: ​​Barry Larkin # 11 dei Cincinnati Reds parla con i giornalisti dopo la vittoria delle World Series

La cartolina dei Nasty Boys emessa il 20 ottobre 1990